La Procura di Velletri ha citato in giudizio i fratelli Bianchi, gli assassini del giovane Willy Duarte. Oltre ad avere ucciso il ragazzo, si sono macchiati le mani di un altro orribile crimine: il maltrattamento e l'uccisione di due animali
I volti dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi sono ormai noti a tutti. Sono stati i due giovani a massacrare di botte e uccidere il 21enne Willy Monteiro Duarte a Colleferro (Lazio), nella notte del 6 settembre 2020. Per aver compiuto quel brutale assassinio i due si trovano in carcere, dove sconteranno la pena all’ergastolo.
Ma oltre a non aver avuto pietà nei confronti del ragazzino che stava difendendo un amico in amico in difficoltà, i due fratelli si sono macchiati le mani di un altro efferato crimine. Durante le indagini, infatti, le forze dell’ordine avevano trovato video e foto raccapriccianti di violenze perpretrate su animali indifesi.
Marco e Gabriele erano soliti torturare altri esseri viventi per puro divertimento, immortalando quelle terribili scene e la loro folle brutalità aveva portato all’uccisione di una pecora e di un uccello.
Adesso, finalmente, a distanza di quasi tre anni, la Procura di Velletri ha riconosciuto la crudeltà con la quale hanno cagionato la morte dei due animali, disponendo la citazione in giudizio. Per i fratelli Bianchi l’udienza è fissata il prissimo 13 giugno
È molto importante – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (ENPA), associazione che aveva sporto denuncia contro i due per maltrattamento e uccisione di animali – e per questo con il nostro ufficio legale denunciamo sempre, non solo perché è giusto che costoro paghino anche per questi orribili reati ma anche perché ancora una volta emerge una realtà che l’Enpa solleva da sempre in tutti i fori e di cui si parla ancora troppo poco: coloro che torturano e uccidono gli animali sono le stesse persone che poi si scagliano con violenza sugli esseri umani.
In troppi casi gli episodi di maltrattamento e uccisione di animali vengono ancora sottovaluti e restano impuniti. È arrivato il momento che venga riconosciuta la pericolosià sociale dei soggetti che si macchiano le mani di questi reati.
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Fonte: ENPA
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