Francia Márquez: chi è la prima vicepresidente afro della Colombia, femminista e ambientalista

Mentre Gustavo Petro diventa il primo Presidente di sinistra nella storia della Colombia, Francia Márquez diventa la prima donna nera a ricoprire il ruolo di vicepresidente. Madre single che ha sfidato gli interessi minerari internazionali come ambientalista, ora la sua vittoria segna un punto di svolta in un Paese afflitto da disuguaglianze sociali e storicamente governato da élite conservatrici

Un “cambiamento storico”, come lei stessa lo definisce, la più “grande possibilità di cambiamento degli ultimi tempi”. Sono ore belle e concitate queste nell’altro capo del mondo, dove in solo colpo la Colombia ha per la prima volta in più di 200 anni un Presidente di sinistra e dove Francia Márquez diventa la prima vicepresidente afro-discendente del Paese.

Durante la campagna elettorale era esuberante e fasciata da abiti afro-colombiani dai colori vivaci abbinati a grandi gioielli. Francia Márquez ne ha fatta di strada fin qui, abbracciando la sua identità, sfidando lo status quo e proponendo un futuro più luminoso.

È ora di passare dalla resistenza al potere – cantava la candidata 40enne, alzando il pugno con un sorriso.

E così, domenica, i colombiani hanno eletto il loro primo presidente di sinistra in assoluto, che ha sconfitto un milionario immobiliare in una vittoria al ballottaggio, e scelto Francia Márquez.

Ne ha fatta di strada, lei, tanto da essere spesso minacciata per il suo radicale impegno ambientalista. Ne ha fatta di strada, da quando lottava per l’ambiente e la sostenibilità nel Cauca, dove dominano narcotraffico e crimine. Ne ha fatta di strada quella giovane contro ogni previsione.

Francia Márquez

©Francia Márquez/Facebook

Attivista e profonda femminista, nel 2019 fu vittima di un attentato con armi e granate mentre manifestava contro l’estrazione mineraria illegale nel suo Paese. Sopravvisse e si è ricandidata alle elezioni, prima da sola e poi come vicepresidente, giocando un ruolo decisivo nella vittoria che ieri ha cambiato la storia della Colombia.

Un attivista per i diritti afro-colombiani 

Nata nel 1981 in un piccolo villaggio nella regione sudoccidentale del Cauca in Colombia, è cresciuta da sola con la madre. Incinta a 16 anni del suo primo figlio, è stata prima costretta a lavorare in una miniera d’oro a pochi chilometri da casa per mantenere la sua famiglia e poi è stata assunta come domestica.

Il suo attivismo ambientale iniziò presto, nel 1996, quando aveva appena 15 anni: fu allora che venne a sapere che una multinazionale voleva lanciare un progetto per estendere una diga sul fiume principale della regione, l’Ovejas, che avrebbe avuto un grande impatto sulla sua comunità.

Vivendo sulle rive del fiume dal 17° secolo, la comunità afrocolombiana pratica da generazioni l’agricoltura e l’attività estrattiva artigianale, le sue principali fonti di reddito. La campagna del fiume Ovejas segnò l’inizio della lunga lotta della Márquez per difendere i diritti delle comunità afro-colombiane e preservare la loro terra. Negli ultimi 20 anni ha combattuto senza sosta contro le multinazionali che sfruttano l’area intorno al fiume Ovejas e costringono le persone ad abbandonarlo.

Una passeggiata di 500 chilometri per l’ambiente 

Francia ha preso più volte di mira i minatori illegali che operavano lungo il fiume, scavando alla ricerca dioro e, soprattutto, usando abbondantemente il mercurio, e ha organizzato una “marcia dei turbanti”, una protesta di 80 donne che hanno camminato da Cauca a Bogotà per 10 giorni e 500 chilometri. Il gruppo ha manifestato davanti al ministero dell’Interno per quasi 20 giorni. Alla fine, il Governo si è impegnato a distruggere tutte le fattorie illegali intorno agli Ovejas.

Da allora Marquez ha conseguito una laurea in giurisprudenza e ha tenuto numerosi forum, tenuto conferenze nelle università e tenuto discorsi davanti a personaggi politici e ONG. Nel 2018 ha ricevuto il Goldman Prize , l’equivalente del Premio Nobel per l’ambiente, per i suoi sforzi. L’anno successivo, è apparsa nella lista della BBC delle 100 donne più influenti del mondo.

Sono una persona che alza la voce per fermare la distruzione di fiumi, foreste e brughiere. Sono una persona che sogna che un giorno gli esseri umani cambieranno il modello economico della morte, per far posto a un modello che garantisca la vita, ha detto più volte.

Márquez ha deciso di entrare in politica nel 2020 e non ha fatto alcuno sforzo per nascondere la sua ambizione:

Voglio candidarmi per questo Paese. Voglio che la popolazione sia libera e dignitosa. Voglio che i nostri territori siano luoghi di vita, ha spesso twittato.

Nello stesso anno ha lanciato il suo movimento “Soy porque somos” (“Io sono perché siamo”) e nel marzo 2022 si è candidata alle primarie presidenziali della coalizione di sinistra “Patto storico”.

e una parte centrale della sua campagna politica, rifacendosi costantemente alle sue radici.

Sono una donna afrocolombiana, una madre single di due figli che ha dato alla luce il suo primo figlio all’età di 16 anni e ha lavorato nelle famiglie per pagare le bollette. Ma sono anche una pluripremiata attivista ambientale. E, soprattutto, un avvocato che potrebbe diventare il primo vicepresidente nero della Colombia, ha dichiarato in numerosi raduni elettorali. I nostri governi hanno voltato le spalle al popolo, alla giustizia e alla pace.

Se avessero svolto bene il loro lavoro, io non sarei qui.

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Buon lavoro Francia!

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