Flavio Insinna ha detto di nuovo una cosa sacrosanta sulla guerra, dopo la critica all’aumento delle spese militari

Il popolare conduttore si lascia andare a ricordi di Kiev del 2017 e, sulle spese dedicate alle armi, nemmeno resiste e dice la sua. La rete è dalla sua parte con qualche distinguo. Intanto il cosiddetto decreto Ucraina è legge e l'obiettivo dell'aumento delle spese militari in ottica NATO è calibrato al 2028

Eurovision 2017, Ucraina. C’era il nostro Francesco Gabbani a rappresentare l’Italia con il suo Occidentali’s Karma e quella “scimmia” che ebbe tanto successo. Con lui, un Flavio Insinna a commentare l’evento.

E proprio Insinna, durante la puntata serale de L’Eredità su Rai 1 di sabato 2 aprile si è lasciato andare ad un ricordo sull’Ucraina e su quella serata.

Per quella sera mi ero comprato un vestito da scimmia per giocare e andando a spasso per Kiev la gente mi sorrideva portando addosso i colori della loro nazione, racconta così Insinna confortato dallo stesso Gabbani.

Questa guerra è folle, come tutte le guerre, incalza.

L’attualità irrompe ancora nello show L’eredità, quindi. Anche una settimana fa, pochi istanti prima dell’inizio del TG1, nella manche della ghigliottina si scopre la parola da indovinare, risparmio, e qui il presentatore si lascia andare a un personale commento:

Per me il risparmio andrebbe fatto sulla spesa militare e con quei soldi costruiti scuole, ospedali, case. Mi taccio, tanto lo sapete che c’ho ragione io.

L’attualità tra tv e social

Insinna si inserisce così in uno dei dibattiti più accesi del momento, quello relativo all’aumento della spesa militare italiana nel quadro della Nato, impegnando il 2% del pil. Un impegno che l’Italia, assieme agli altri Paesi, aveva assunto nel 2014 e da realizzare entro il 2022. Grande sostengo alla presa di posizione del conduttore sono arrivate dalla rete ma anche alcune critiche, in particolare dal Giovanbattista Fazzolari,

Senatore e Responsabile del programma di Fratelli d’Italia che, invece di entrare nel merito con una sua riflessione del perché è giusto o discutibile questa spesa militare attacca il popolare Flavio con un’argomentazione di dubbia pertinenza: il guadagno economico. Uno stipendio che in realtà è regolato in base ai contratti della casa di produzione e anche agli sponsor.

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Prima dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina il dibattito su questa materia non era mai stato così pesantemente al centro della scena politica tanto che dal 2014 a oggi sono diversi i Governi che si sono succeduti. Uno dei più accesi oppositori lastminute è stato l’ex Premier Giuseppe Conte che dopo aver guidato due Governi oggi si scopre oppositore a questa norma per poi ammorbidire i toni.

Decreto Ucraina passa al Senato

Dopo il voto positivo alla Camera questa volta è toccato al Senato che ha votato la fiducia con 214 sì e 35 no: il testo è legge e prevede quindi misure in materia di accoglienza dei profughi e dispone l’invio di equipaggiamenti militari a Kyiv. L’obiettivo dell’incremento per le spese militari è invece posticipato al 2028.

Italia Paese garante della neutralità ucraina

Il nostro Paese, in questo momento che sembra quasi di stallo nella lotta sul terreno Ucraino, potrebbe diventare uno di quello chiamati a garantire la neutralità dell’Ucraina e l’impegno a non ospitare basi straniere. Questo punto potrebbe essere incluso in un trattato di pace che ancora non è stato stilato o firmato. Ecco che l’impegno a mantenere gli accordi con l’Alleanza Atlantica diventano forse meno negoziabili. Inoltre l’Italia potrebbe poter esprimere il nome del prossimo segretario generale della NATO: che prenderà il posto dell’ex Primo Ministro norvegese, Jens Stoltenberg. Per ora un nome di alta levatura non sembra esserci ma non è ancora detta l’ultima parola. La prima tappa di questo processo sarà a giugno al vertice di Madrid. 

Fonte: RaiPlay

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