I primi umani vivevano nelle FiIlippine migliaia di anni prima di quanto ipotizzato

L'uomo viveva nelle Filippine migliaia di anni prima di quanto stimato finora. Circa 709.000 anni fa, un uomo cacciò un rinoceronte usando strumenti di pietra sull'isola di Luzon. Una notizia che di per se potrebbe non avere nulla di straordinario... se non fosse che, secondo le conoscenze che avevamo, l'uomo all'epoca non avrebbe dovuto vivere da quelle parti

L’uomo viveva nelle Filippine migliaia di anni prima di quanto stimato finora. Circa 709.000 anni fa, un uomo cacciò un rinoceronte usando strumenti di pietra sull’isola di Luzon. Una notizia che di per se potrebbe non avere nulla di straordinario… se non fosse che, secondo le conoscenze che avevamo, l’uomo all’epoca non avrebbe dovuto vivere da quelle parti.

La prima traccia della presenza di esseri umani, o ominidi, su quelle isole era stata un osso singolo risalente a 67.000 anni fa, scoperto nella Caverna di Callao a Luzon. Un enorme salto temporale che farà riscrivere i libri di storia.

La ricerca spinge indietro la presenza dei primi umani nelle Filippine di migliaia di anni. I ricercatori avevano ipotizzato che a Luzon l’uomo fosse arrivato prima di quanto ipotizzato già negli anni ’50, quando furono scoperti strumenti di pietra e fossili di grandi animali. Ma non erano in grado di datare in modo sicuro al Pleistocene medio, che va da 126.000 a 781.000 anni fa.

Recenti scavi nella provincia di Kalinga, nella valle di Cagayan, nel nord di Luzon, hanno portato alla luce 57 strumenti in pietra e più di 400 ossa di animali come lucertole guardiano, cervi marroni, tartarughe d’acqua dolce e stegodonte, un animale ormai estinto appartenente alla stessa famiglia degli elefanti e dei mammut.

Il reperto più grande era uno scheletro completo al 75% appartenente a un rinoceronte macellato, con 13 delle sue ossa che mostravano segni di taglio. Tutti i reperti provengono da un letto d’ossa ricco di argilla datato tra 777 e 631 mila anni fa, utilizzando metodi avanzati per studiare lo smalto dei denti e il quarzo dei fiumi.

Le Filippine potrebbero quindi aver avuto un ruolo centrale nei movimenti verso sud nella Wallacea, non solo degli animali ma anche degli ominidi.

La Wallacea è una designazione geografica che racchiude un gruppo di isole principalmente indonesiane separate da acque profonde. Comprendeva Sulawesi, l’isola più grande del gruppo, Lombok, Sumbawa, Flores, Sumba, Timor, Halmahera, Buru, Seram e molte isole minori.

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La scoperta è importante per una moltitudine di ragioni, ha detto l’autore dello studio Thomas Ingicco, professore associato al Muséum National d’Histoire Naturelle.

“Il primo è l’età di questo sito che moltiplica per dieci la precedente presenza di ominidi nelle Filippine. Il secondo è l’evidenza della colonizzazione di un’isola remota nelle Filippine dal Pleistocene medio e quindi molto probabilmente da una specie di ominide diversa dall’Homo sapiens”.

Sebbene non vi siano prove fossili dirette a suggerire chi potrebbero essere stati questi primi esseri umani, i “produttori di strumenti di Kalinga” rappresentano una novità.

La scoperta si aggiunge ad un’altra interessante area di ricerca che riguarda la Grotta di Callao a Luzon. L’osso del piede di 67.000 anni fa, precedentemente scoperto in quella grotta, sembra provenire da un individuo che aveva una forma di nanismo. Ciò, insieme ad altre scoperte, sembra suggerire la presenza di “hobbit” anche sull’isola indonesiana di Flores.

Ovviamente non ci riferiamo a creature fantastiche ma a uomini di bassa statura. Nel 2016, due studi pubblicati su Nature hanno esaminato una mascella inferiore parziale e sei denti, appartenenti a un adulto e due bambini, risalenti a circa 700.000 anni fa. I fossili mostrano che gli antenati di taglia regolare degli hobbit “rapidamente” si accorciarono fino a raggiungere circa 97 cm di altezza.

Le nuove prove di Luzon “potrebbero imitare ciò che sappiamo ora sull’isola di Flores, ovvero una precoce colonizzazione di un’isola isolata seguita dalla diminuzione delle dimensioni del corpo e della speciazione di questa popolazione remota di ominidi”, ha detto Ingicco. “L’isola di Luzon potrebbe essere stata il luogo per un’evoluzione endemica simile degli ominidi al nanismo, proprio come accadde sull’isola di Flores. Vi è un enorme divario temporale tra le prove archeologiche di Kalinga e Callao con un sacco di domande in mezzo”.

Questi risultati sono come pezzi di un puzzle che non si adattano ancora perfettamente. “A Kalinga abbiamo gli strumenti e la prova di attività di macellazione, e a Callao i resti di ominidi ma senza strumenti”, ha detto Ingicco.

Restano ancora tante domande senza risposta. Una tra tutte: in che modo i primi umani raggiunsero queste isole visto che distano oltre 1000 km?

Ipotizzano gli autori dello studio che la colonizzazione delle isole potrebbe avere avuto luogo grazie a zattere naturali fatte di mangrovie. Si trattava di vere e proprie isole galleggianti potenzialmente in grado di trasportare animali e possibilmente ominidi, spinte dalla forza dei tifoni. Queste zattere naturali sono ben documentate nei vari periodi storici ed è probabile che la colonizzazione dell’isola di Luzon da parte degli ominidi durante il Pleistocene medio sia avvenuta in questo modo.

Il prossimo scavo a Luzon è previsto per questa estate. Lo studio è stato pubblicato su Nature.

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Francesca Mancuso

Foto: Thomas Ingicco via CNN

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