La donna era stata costretta a seguirlo con la forza e sotto minaccia, dopo essere stata picchiata. Ancora una volta il “Signal for help” mette al sicuro una vittima di violenze
La mano aperta con il pollice all’interno e poi chiusa a pugno. Un gesto che forse altri non avrebbero notato, ma fortunatamente i Carabinieri della stazione Tor Bella Monaca sì. Dopo aver fermato un’auto al posto di blocco alla Borghesiana, hanno capito subito che la donna seduta accanto al guidatore stava cercando di attirare la loro attenzione.
Riconosciuto il segno internazionale usato dalle donne per chiedere aiuto di nascosto, hanno soccorso la vittima. La cinquantasettenne era in auto con l’ex convivente, un uomo di 45 anni già sottoposto a divieto di avvicinamento mediante provvedimento del giudice. Provvedimento che, ovviamente, non aveva rispettato.
L’uomo l’ha minacciata di ucciderla e costretta in auto con la forza
Ora l’uomo, secondo quanto riporta Il Corriere, è stato arrestato e condotto in carcere con l’accusa di maltrattamenti e sequestro di persona. La donna, invece, è stata accompagnata in caserma per accertamenti dove ha potuto spiegare anche cos’era accaduto.
Il racconto è da brividi. L’uomo l’ha picchiata dicendo che l’avrebbe uccisa e poi l’ha costretta a salire in macchina con lui. Fortunatamente il suo folle piano criminale è stato interrotto da uno dei più classici posti di blocco stradale, con i militari che avevano fermato l’auto e che hanno avuto la prontezza di capire cosa stava succedendo.
Le indagini, per il momento, sono solo all’inizio. Gli investigatori dell’Arma puntano infatti ad approfondire quanto successo nelle ultime settimane tra i due. Vogliono anche chiarire se la donna sia stata picchiata altre volte dopo il divieto da parte del giudice nei confronti dell’uomo, che non avrebbe dovuto avvicinarsi alla sua abitazione e ai luoghi da lei frequentati.
L’importanza del “Signal for help” per chiedere aiuto
Ancora una volta, dunque, quel gesto antiviolenza ha salvato una donna che non se la sentiva, seppur in presenza dei Carabinieri, di urlare di essere in pericolo. Il suo incubo è terminato grazie all’esperienza dei militari che hanno compreso il suo messaggio e l’hanno salvata da quell’uomo violento che si era ripresentato nella sua vita.
Lanciato dalla Canadian women’s foundation attraverso l’iniziativa Signal for help, questo segnale di comunicazione silenzioso ha già permesso a tante donne vittime di abusi e violenze di chiedere aiuto senza farsi capire dal partner che le soggiogava.
Bastano pochi istanti e, assomigliando ad un semplice saluto con la mano, è difficile da individuare. Farlo è molto semplice: consiste nel piegare verso il palmo della mano il pollice, tenendo le quattro dita in alto. Poi li si chiude a pugno, coprendo il pollice. Un codice che non necessita di essere pronunciato ad alta voce, ma che in alcune circostanze può essere vitale.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Ti potrebbe interessare anche:
- A Napoli testato il primo lo smartwatch contro la violenza sulle donne: finalmente le vittime potranno tornare a vivere con più serenità
- Il discorso di Angelina Jolie contro la violenza sulle donne che tutti dovrebbero ascoltare
- Ci laviamo la coscienza parlando di violenza sulle donne solo il 25 novembre (e dimentichiamo che anche i bambini sono vittime)