Gli italiani hanno decisamente a cuore il benessere degli animali e la maggioranza di loro è contraria a vivisezione, caccia e pellicce. È quanto emerge dall'ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes
Indice
Conservazione/cambiamento, presenza/assenza, arretratezza/modernità, ordinario/straordinario, moneta/monete, universo/metaverso: la lettura dell’Italia nel 2022 fatta attraverso sei capitoli, ognuno dei quali dà una lettura dicotomica della realtà.
È il 34esimo Rapporto Italia di Eurispes che, come ogni anno, fotografa lo stato d’umore degli italiani, quest’anno particolarmente concentrati su pandemia e sul ruolo del Paese nella guerra in Ucraina.
L’edizione di quest’anno ha poi sondato alcuni dei temi tradizionalmente osservati dall’Eurispes: la fiducia nelle istituzioni, il Presidenzialismo, i conflitti internazionali e la crisi energetica, la situazione economica delle famiglie e i consumi, il sistema della giustizia, le nuove tecnologie, l’opinione sui temi etici, il rapporto con il mondo animale e numerosi altri contenuti di stretta attualità.
Oltre metà degli italiani boccia la gestione della pandemia. Il 55,8%, infatti, non approva la strategia della gestione italiana della pandemia, contro il 44,1% di giudizi positivi. L’84,3% degli italiani è preoccupato dalla possibilità di un conflitto mondiale, ma la crisi energetica preoccupa maggiormente (87,3%). L’emergenza sanitaria e le preoccupazioni legate alla salute turbano il 14,3% dei cittadini e il 7,4% teme la possibilità di ammalarsi.
E non solo, ecco alcuni punti essenziali che abbiamo individuato.
No alla caccia, alle pellicce e agli animali nei circhi
Nel 2022 solo il 23,9% degli italiani si dichiara favorevole alla pratica della caccia (i contrari sono ben il 76,1%), in netta diminuzione rispetto al 2021 quando erano il 36,5%. Ben l’82,1% degli italiani è contrario all’uso delle pellicce. Gli animali non devono essere utilizzati nei circhi per 8 italiani su 10 (80,1%). Un no deciso arriva anche alla vivisezione. Nel 2022 la sperimentazione in laboratorio sugli animali, la vivisezione, non risulta accettabile per l’82,7% degli italiani: giudizio che si è inasprito rispetto al 2021, quando i contrari erano il 78,9%.
Arriva poi un numero più elevato di persone favorevoli all’eutanasia: nel 2022 si assiste ad una ripresa dei favorevoli (74,9%) rispetto al 2021 (70,4%), che rappresenta l’anno con la maggior perdita di assenso, mentre il 2020 è stato l’anno in cui si è sfiorato il maggior grado di approvazione da parte degli italiani (75,2%), con quasi due punti percentuali in più rispetto al 2019 (73,4%). Mentre le persone favorevoli al testamento biologico rappresentano il 69,3%, in leggero calo rispetto al 2021 quando la percentuale era del 71,5%.
Rispetto alla possibilità di ricorrere al suicidio assistito, con l’ausilio di un medico per porre fine alla propria vita, i dati rivelano una chiusura: nel 2022 solo quattro italiani su dieci si dichiarano a favore (41,9%).
Tutela giuridica delle coppie di fatto indipendentemente dal sesso: a favore nel 65,1% dei casi
Su questo tema si assiste ad un andamento altalenante delle opinioni nel tempo: nel 2019 il 65,1% si dichiarava favorevole, nel 2020 la percentuale è cresciuta sino al 67,8%, nel 2021 si registra un leggero calo (64,4%) colmato poi nel 2022, con il 67,1% delle risposte favorevoli che si avvicinano al risultato del 2016 (67,6%).
Il matrimonio “egualitario”
Nel 2022 il 61,3% degli italiani si dichiara favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, con un incremento di oltre dieci punti percentuali rispetto al 2019. Meno della metà degli italiani si dice d’accordo, inoltre, con l’adozione da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso (48,3%) e poco più della metà degli italiani si dichiara d’accordo nell’apertura delle adozioni ai single (55,8%).
La fecondazione eterologa: la possibilità di avvalersi di un donatore per la procreazione incontra il favore del 56,9% del campione nel 2022, un valore stabile rispetto al 2021 (57,5%).
Maternità surrogata: nel 2022 solo il 36,4% dei cittadini si dichiara favorevole alla pratica dell’utero in affitto, a fronte del 63,6% dei contrari.
Rispetto alla legalizzazione delle droghe leggere (hashish e marjuana), nel 2022 solo poco più della metà degli italiani si dichiara a favore (52,3%). Nel 2021 solo il 44,7% si è espresso favorevolmente.
Lo shock del Covid 19 tra dietrologia e complottismo
Poco meno della metà degli italiani (46,6%) ammette di non avere idea di come si sia originata la pandemia da Covid-19. Poco più di un intervistato su 4 (25,7%) ritiene che ci sia dietro qualcuno, mentre per il 22,9% è stato solo una casualità. Un più contenuto 4,8% afferma, al di là di ogni evidenza, che non esiste nessuna vera pandemia.
Come si sarebbe generato il virus? Tra coloro che non credono che la pandemia derivi semplicemente da una casualità (ricordiamo che sono il 25,7%), il 42,1% ritiene che il virus sia stato creato in laboratorio e poi sfuggito dal controllo, il 25,7% pensa invece che sia stato creato in laboratorio e diffuso di proposito nel mondo. Per un 15,4% ci si sarebbe accorti troppo tardi dell’esistenza del virus e non si è stati capaci di fermarlo, per l’11,3% il virus è un normale virus influenzale ma è stato usato per altri scopi.
La Cina o i cosiddetti poteri forti sarebbero colpevoli della diffusione del virus
Nell’indicare un responsabile, la convinzione è che la pandemia non sia una casualità: in quasi un terzo dei casi (31,4%) viene indicato il governo cinese; un altro 27,3% attribuisce la responsabilità ai poteri forti globali, un 12,1% alle multinazionali farmaceutiche.
Maggiori profitti e controllo sociale sarebbero lo scopo della diffusione pandemia
Ai cittadini che credono che la pandemia non sia scoppiata per caso è stato chiesto anche quale sia, a loro avviso, lo scopo per cui è stata creata. Fare enormi profitti risulta l’obiettivo più citato (29,3%), seguito da “controllare meglio le persone” (20,1%) e “indebolire le democrazie” (18,4%). Ottengono percentuali degne di nota anche “ridurre la popolazione mondiale” (14,7%), “creare un clima di paura” (10%), “consolidare il potere delle élite internazionali” (9,2%) e, con percentuali più contenute, “nascondere altri problemi gravissimi” (7%) e “giustificare l’intervento dello Stato in economia” (6%).
Il giudizio sulla gestione dell’emergenza da parte dello Stato
Prevale un giudizio negativo sulla gestione italiana della pandemia: il 55,8% non approva la strategia adottata, contro il 44,1% di giudizi positivi.
La condizione psicologica dei giovani
La maggioranza dei cittadini afferma di essersi sentita di umore più instabile (58,4%), più demotivata (57,3%), più ansiosa (53,3%) dall’inizio della pandemia. Meno della metà del campione, ma una percentuale certamente rilevante (42,9%), riferisce di essersi sentito più depresso.
Ma rimane in prima linea la condizione dei giovani, che si sono sentiti depressi dall’inizio della pandemia con frequenza maggiore rispetto agli adulti e, ancor più, agli anziani. Tra i ragazzi dai 18 ai 24 anni lo riferisce oltre la metà (53,9%) e tra i 25 ed i 34 anni il 47,4%; la percentuale cala al 43,7% dai 35 ai 44 anni, al 42% dai 45 ai 64 anni, fino al valore più basso dai 65 anni in su (37,8%). La stessa tendenza si osserva, infatti, indagando il senso di demotivazione: ammette di averlo sperimentato maggiormente con la pandemia il 68,5% dei giovanissimi, a fronte del 48,5% dei più maturi.
Anche l’instabilità dell’umore ha riguardato quote maggiori nelle fasce d’età più giovani: il 71,6% dei 18-24enni, il 65,5% dei 25-34enni, il 60,3% dei 35-44enni, il 57,3% dei 45-64enni e la metà degli ultrasessantaquattrenni (50,9%). Sia pur con differenze meno marcate, i ragazzi dichiarano di essersi sentiti più ansiosi con maggior frequenza rispetto ai più maturi (il 59,4% dei più giovani, contro il 48,5% degli anziani).
Fonte: Eurispes Rapporto Italia 2022
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