Eunice Newton Foote, la scienziata che scoprì la causa principale del riscaldamento globale, dimenticata solo perché donna

L'11 febbraio è la Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza, e noi vogliamo ricordare Eunice Newton Foote, che ha rischiato di essere condannata all'oblio solo per essere donna. La scienziata statunitense è stata la prima a ipotizzare che l’anidride carbonica influenzi la temperatura dell’atmosfera. Questa scoperta è rimasta nascosta nella storia per più di 150 anni perché a farla fu una donna

Per secoli, tranne rare eccezioni, l’accesso alle società scientifiche, accademiche o alle università è stato riservato ai soli uomini. Tuttavia, nonostante le infinite barriere, nel corso della storia ci sono sempre state delle scienziate, ma la loro presenza fu messa costantemente in discussione. Sopra i loro traguardi, contributi, scoperte e invenzioni hanno pesato pregiudizi, capaci di sminuire il loro valore al punto da renderli invisibili.

Nel 1856 questa scienziata è stata la prima a ipotizzare quelle che sono ora le basi per l’attuale comprensione dell’effetto serra, dei cambiamenti climatici, del tempo e della meteorologia. Tuttavia, il suo nome è stato dimenticato per ben 155 anni, fino al 2011 quando Raymond Sorenson, un ricercatore indipendente, portò alla luce questa dimenticanza nella storia della scienza.

Tre anni prima, silenziata nella storia

studio Eunice Newton Foote

L’articolo di Eunice Newton Foote, pubblicato nel 1856 dall’American Journal of Science and Arts

Per molto tempo è stato lo scienziato irlandese John Tyndall ad essere considerato e ricordato come il primo a identificare i gas responsabili dell’effetto serra, come il vapore acqueo, il metano e l’anidride carbonica. In realtà però lui presentò i suoi risultati nel 1859, ovvero tre anni dopo che Eunice teorizzò la correlazione tra l’aumento di CO2 nell’atmosfera e il riscaldamento globale.

Con il nome di “Circostanze che influenzano il calore dei raggi del sole”, la ricerca di Eunice fu presentata il 23 agosto del 1856 all’incontro annuale dell’American Association for the Advancement of Science – AAAS. Tuttavia, non fu lei a spiegare le sue scoperte, ma Joseph Henry, allora direttore fondatore dello Smithsonian Institution.

Un breve articolo di una pagina e mezza fu pubblicato nell’American Journal of Arts and Science a novembre dello stesso anno con il suo nome come autrice. La stessa edizione della rivista riportava un articolo di John Tyndall sul daltonismo. Anche nel volume del 1857 dell’Annual of Scientific Discovery di David A. Wells, fu pubblicato un riassunto del lavoro di Foote. Riferendosi all’incontro annuale, Wells scrisse:

Il Prof. Henry lesse poi un articolo della signora Eunice Foote, introducendolo con poche parole, secondo cui la scienza non era di nessun paese e di nessun sesso. La sfera della donna abbraccia non solo il bello e l’utile, ma anche il vero”, si legge nella pagina 159 del riassunto.

L’esperimento

Alla ricercatrice statunitense Eunice Newton Foote sono bastati due termometri, due cilindri di vetro e una pompa a vuoto per concludere che più anidride carbonica (CO₂) è presente nell’atmosfera, più calore si avrà sulla Terra. Questo effetto è ciò che oggi conosciamo come riscaldamento globale, responsabile dell’attuale cambiamento climatico.

Per il suo esperimento, isolò i gas che compongono l’atmosfera e li espose ai raggi del sole, sia alla luce che in ombra. Misurando la variazione di temperatura, scoprì che l’anidride carbonica e il vapore acqueo assorbivano abbastanza calore da poter influenzare il clima.

Un’atmosfera di quel gas potrebbe dare alla nostra Terra una temperatura elevata; e come alcuni suppongono, in un certo periodo della sua storia, l’aria si è mescolata in essa in una proporzione maggiore di quella attuale, cosa che avrà necessariamente comportato un aumento della temperatura causato dalla sua stessa azione e dall’aumento del peso dell’aria”, si può leggere nelle conclusioni del suo articolo.

La grande incognita: Tyndall lo sapeva?

A sinistra: La copertina del documento del 1856 di Eunice Newton Foote | A destra: Una parte del documento del 1859 di John Tyndall

Se John Tyndall sapesse del lavoro di Eunice Newton Foote, rimane ancora un’incognita. Nel 1859, lo scienziato pubblicò negli Atti della Royal Society di Londra il suo famoso articolo intitolato “Nota sulla trasmissione del calore radiante attraverso corpi gassosi” sugli stessi argomenti, ma senza mai citare il lavoro di Foote.

Ad eccezione del famoso libro di memorie di M. Pouillet sulla radiazione solare attraverso l’atmosfera, per quanto ne so, nulla è stato pubblicato sulla trasmissione del calore radiante attraverso i corpi gassosi”, ha affermato nel suo articolo.

Roland Jackson, scienziato, storico e biografo di Tyndall, ha pubblicato un articolo nel 2019 intitolato “Eunice Foote, John Tyndall e una questione di priorità”. In esso, sostiene che da una prospettiva contemporanea, ci si potrebbe aspettare che lo scienziato irlandese fosse a conoscenza delle scoperte di Foote, ma ipotizza che non lo fosse, sollevando questioni storiche più profonde sulle connessioni e le relazioni tra fisici americani ed europei a metà del XIX secolo.

Eunice Foote era svantaggiata non solo dalla mancanza di una comunità accademica in America e dalla scarsa comunicazione con l’Europa, ma da altri due fattori: il suo genere e il suo status di dilettante”, si legge nell’articolo di Jackson.

Tra le prime firmatarie della Dichiarazione di Seneca Falls

Oltre ad essere la pioniera nella scienza del clima, Foote, consapevole delle grandi disuguaglianze, partecipò come membro del Comitato Editoriale della Convenzione di Seneca Falls del 1848, uno dei primi atti avvenuti negli Stati Uniti a favore dei diritti delle donne. Infatti fu una delle prime firmatarie della Dichiarazione di Seneca Falls, documento fondante del movimento femminista del paese.

Dichiarazione dei sentimenti, 1848

©Dichiarazione di Seneca Falls | Library of Congress

Nel 1800, con poche risorse, infiniti ostacoli, in un terreno monopolizzato dagli uomini, la storia di Foote serve a ricordarci che, nonostante la grande lotta fatta dalle donne per emergere nella scienza e nella società, e malgrado già 155 anni fa fossimo a conoscenza dei potenziali effetti negativi del riscaldamento dell’anidride carbonica, oggi ci troviamo lo stesso di fronte ad una crisi climatica e a dover percorrere ancora tanta strada per arrivare verso la parità di genere.

Agli studi di Newton Foote è stato dedicato anche un cortometraggio intitolato “Eunice”:

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Sulla storia di Eunice Newton Foote, ascolta il podcast di  greenMe LENTI:

 

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Fonte: AAPG / Royal Society / NOAA Climate / JSTOR

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