Gesti come questo, ginocchia a terra e, a volte, pugno chiuso in alto, sono entrati ormai nel linguaggio dello sport, dall’NBA alla Formula 1. Il primo a inventare il gesto antirazzista fu Colin Kaepernick
E così anche Eminem si è inginocchiato. È successo al Super Bowl di domenica al SoFi Stadium di Inglewood, in California. Sulle ultime note della sua Lose Yourself, hit del lontano 2002, si è messo in ginocchio sul palco, nonostante le apparenti obiezioni della National Football League.
Alla spettacolarissima finale del campionato della NFL, piena zeppa di star, quello del cantate di Detroit è stato un gesto di protesta contro la brutalità della polizia e la disuguaglianza razziale. Prima della manifestazione, i rumors dicevano che proprio la National Football League non avesse concesso all’artista hip hop il permesso di inginocchiarsi. La NFL avrebbe poi smentito, ma resta un mistero.
Un gesto, quello di Eminem, che viene dal lontano 2016, quando il quarterback della squadra dei San Francisco 49ers Colin Kaepernick si inginocchiò in segno di protesta durante l’esecuzione dell’inno statunitense prima di una partita.
The NFL told Eminem not to take a knee during the #SuperBowl halftime show.
He did so anyways.
— ClutchPoints (@ClutchPoints) February 14, 2022
Soprattutto negli States, inginocchiarsi è ormai diventato un simbolo della lotta al razzismo, ma vero è che Colin Kaepernick non gioca più in nessuna squadra.
Altro gesto eclatante? Guardate qui 😉
MORE THAN ONE RING TONIGHT!!
CONGRATS, @trapp07!!! pic.twitter.com/LHt6qczuNv
— Los Angeles Rams (@RamsNFL) February 14, 2022
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Fonte: Twitter
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