L’avvento di Internet ha senza dubbio cambiato le nostre abitudini. C’è da scommetterci che accadrà anche ai popoli della foresta amazzonica, che ora hanno connessione grazie a Elon Musk. Una fortuna oppure no?
Nella conquista tentacolare di Elon Musk, dallo spazio alla striscia di Gaza all’Ucraina ai Campi Flegrei, ci sta che uno degli obiettivi del multimiliardario fondatore di Tesla e SpaceX sia che il suo nome campeggi ovunque e in ogni luogo, finanche tra le più remote tribù dell’Amazzonia. Il dilemma che dovrebbe affliggerci è piuttosto: vogliono davvero, le popolazioni incontattate, connettersi con un universo altro che non sia il loro?
La risposta potremmo già averla, ma a quanto pare non piace a lui, proprio a Elon Musk, che tramite il sistema satellitare Stralink ha pensato bene di connettere alla sua rete di telecomunicazioni anche il popolo Marubo, che da tempo vive in insediamenti sparsi lungo il fiume Ituí, nel bel mezzo della foresta amazzonica.
Di fatto, da quando è arrivato in Sudamerica (nel 2022, Musk e Jair Bolsonaro, all’epoca presidente del Brasile, annunciarono l’arrivo di Starlink davanti a uno schermo che diceva: “Connettere l’Amazzonia“, il servizio si è esteso in tutta la regione dell’Amazzonia, arrivando a coprire anche alcuni degli ultimi luoghi al mondo rimasti senza connessione.
E il paradosso si è compiuto: internet da queste parti è diventato utile, ma a caro prezzo.
Come mai? Un’interessante inchiesta del New York Times ha cercato di capire cosa succede quando una civiltà minuscola e chiusa si apre improvvisamente al mondo.
Quando è arrivato (internet, ndr), tutti erano felici – racconta Tsainama Marubo, 73 anni, seduta sul pavimento di una piccola capanna dove i Marubo dormono, cucinano e mangiano insieme. Internet ha portato vantaggi evidenti, come le chat video con i propri cari lontani e le richieste di aiuto in caso di emergenza. Ma ora le cose sono peggiorate. I giovani sono diventati pigri a causa di Internet – ha detto. Stanno imparando i modi dei bianchi. Ma per favore, non portarci via Internet.
E così il guaio pare sia compiuto, dopo pochi mesi con Starlink, i Marubo sono già alle prese con le stesse sfide che da anni tormentano noi: adolescenti incollati ai telefoni, chat infinite e social network che creano dipendenza, estranei online, videogiochi violenti, fregature, disinformazione; e minori che guardano materiale pornografico.
La società moderna ha affrontato questi problemi per decenni mentre Internet continuava la sua marcia incessante. I Marubo e altre tribù indigene, che hanno resistito alla modernità per generazioni, si trovano ora ad affrontare il potenziale e il pericolo di web allo stesso tempo. Un colpo basso, insomma, alla loro identità e alla loro cultura.
I numeri
Nei villaggi hanno inchiodato le antenne alla cima dei pali e le hanno collegate ai pannelli solari. Le antenne hanno quindi iniziato a collegare i satelliti Starlink ai telefoni degli abitanti del villaggio.
Internet è stata una sensazione immediata. Ha cambiato la routine così tanto che è stato dannoso. Nel villaggio, se non cacci, peschi e non semini, non mangi.
E così ad oggi ci sono 66.000 contratti attivi nell’Amazzonia brasiliana, che riguardano il 93% dei comuni legali della regione. Ciò ha aperto nuove opportunità di lavoro e di istruzione, certo, per coloro che vivono nella foresta. Ha inoltre fornito ai taglialegna e ai minatori illegali in Amazzonia un nuovo strumento per comunicare ed eludere le autorità.
Alcuni giovani mantengono le nostre tradizioni – dice TamaSay Marubo, 42 anni, la prima donna leader della tribù. Altri vogliono semplicemente passare l’intero pomeriggio sui loro telefoni.
Kâipa Marubo, padre di tre figli, si è detto felice che Internet stia aiutando a istruire i ragazzi, ma anche preoccupato per i videogiochi:
Sono preoccupato che all’improvviso vorranno imitarli.
Alfredo Marubo, leader di un’associazione di villaggi Marubo, è il critico più accanito di Internet da parte della tribù. I Marubo trasmettono oralmente la loro storia e cultura e lui teme che la conoscenza vada persa: “tutti sono così attaccati ai cellulari che a volte non parlano nemmeno con la propria famiglia“, ha concluso. E sembra storia che già conosciamo ampiamente.
In ogni caso siamo sicuri: tornare indietro non è più pensabile.
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