Elisa Balsamo, capace di trasformare in oro quasi ogni competizione dove gareggia oggi al debutto sul palco dell’Ariston, podio della musica italiana
Dopo il numero sei al mondo di tennis, Matteo Berrettini, sul palco di Sanremo arriva un’altra sportiva, forse ancora poco nota ai più ma che ha già fatto la storia del ciclismo femminile. Elisa Balsamo è la campionessa del mondo in carica nel ciclismo su strada e, in squadra, artefice del record italiano di pedalata su pista a Tokio nonostante le azzurre siano arrivate seste.
Protagonista di uno sport bellissimo quanto impegnativo, la sua avventura agonistica inizia a Cuneo, nella sua città, per poi a gareggiare sia su pista che su strada, dal Qatar alle Fiandre fino al Giappone con le Fiamme Oro. Una passione nata presto, accanto a quella per la musica e il pianoforte che ha studiato per 10 anni.
Sulla sua bici bianca campeggiano in particolare due adesivi, #unicornpower e il motto in cui crede “Avanti spingere”. Già questo particolare fa capire il carattere di questa atleta piemontese che ama le sfide, in primis con sé stessa.
Anche lei, come molte persone che sono sotto pressione costante, ha capito che “per ottenere buoni risultati non basta la condizione fisica ma è necessaria anche la tranquillità mentale”, lo scrive con candore e saggezza nel suo blog. Fragilità e eccellenza, la difficile convivenza di questi due aspetti è un argomento che è tornato alla ribalta proprio in occasione delle ultime Olimpiadi giapponesi come si è visto con la battuta di arresto all’ascesa di Simone Biles e, prima ancora, con la tennista Naomi Osaka.
Oltre a rendere normale questo tema, c’è un altra questione che Elisa ha sollevato: quello della promozione della parità di genere nello sport. Come ha affermato in un’intervista, nonostante i cambiamenti positivi nel settore, c’è ancora maggiore attenzione alle competizioni maschili, dall’organizzazione fino alla copertura mediatica, rispetto a quelle femminili.
La sua presenza su questo palco è sicuramente un’occasione per dare maggiore attenzione a questo tema ma anche a questo sport che, come ogni disciplina agonista, insegna a porsi degli obiettivi da raggiungere per migliorarsi ma anche i valori del fair play, della perseveranza, dell’integrazione, della forza del gruppo. Come disse il grande Gino Bartali “Se lo sport non è scuola di vita e non è solidarietà, non serve a niente”.
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