Dopo 58 anni, Crodo perde la sua iconica bevanda: il Crodino verrà prodotto a Novi Ligure

Nel nord del Piemonte, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il paese di Crodo dice addio al suo prodotto più noto. Qui, nel 1965, è stato inventato il Crodino, ma “il contratto con Campari per la produzione a Crodo scade a fine 2023 e non verrà rinnovato”

La stragrande maggioranza delle persone ha scoperto solo oggi che il celeberrimo “analcolico biondo”, il Crodino (con cui ci siamo fatti tantissimi aperitivi), deve il suo nome a Crodo, il paese nella valle Antigorio, nel Verbano-Cusio-Ossola.

Un idillio durato quasi sessant’anni e che volge al termine per fatti puramente economici: il Crodino, infatti, lascerà Crodo e verrà prodotto altrove. E a nulla varrà il fatto che quel paese lì, al nord del Piemonte e a un passo dalla Svizzera (e dalla D di Domodossola) rischia di finire nel dimenticatoio, dopo decenni di produzione che ha fatto “impazzire il mondo”. Anche se, dicono, non ci saranno ripercussioni sui livelli occupazionali.

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In pratica, nel momento in cui la società Campari ha ceduto lo stabilimento di Crodo, ha consegnato anche tutti i marchi di questo stabilimento, tranne uno, il Crodino, che è rimasto di proprietà Campari. Poi, per un accordo tra le due società, una percentuale della bevanda veniva ancora prodotta a Crodo dalla società danese, per conto di Campari, ma il marchio è sempre rimasto Campari. Le società, successivamente, non hanno rinnovato il contratto.

A confermarlo è Jan Ankersen, senior VP South Europe di Royal Unibrew, la società danese che ha acquistato il sito produttivo ossolano nel 2017 ma non il brand Crodino, che fino a dicembre farà ancora parte del Campari Group. La produzione del Crodino si sposterà a Novi Ligure, mentre a Crodo si imbottiglieranno altri soft ed energy drink.

Un’altra storia di pesce grande che mangia pesce piccolo, quella di un colosso che decide le sorti di piccoli centri produttivi. A poco varrà la promessa che non ci saranno ricadute sull’occupazione (come? in che misura?), quando finisce la produzione di una cosa così iconica che è diventata il volto di un paese, la questione rattrista e rammarica in ogni caso. L’unica consolazione è che, in questo caso, la produzione rimarrà in Italia.

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