La rivoluzione è donna, ma anche indigena: record di native americane elette al Congresso degli Stati Uniti

Numero record di donne native americane nel 117esimo Congresso degli Stati Uniti. Una percentuale che non si era mai verificata

Numero record di donne native americane nel 117esimo Congresso degli Stati Uniti. A fare la storia erano già state un paio di anni fa, le candidate democratiche Sharice Davids e Deb Haaland, le prime native in assoluto ad essere elette e che oggi vengono riconfermate.

La rivoluzione è donna, ma anche indigena. Sharice Davids appartiene alla tribù Ho-Chunk Nation, che è riconosciuta dallo Stato federale. Nelle 2018 la sua elezione era passata alla storia: era stata la prima donna nativa americana a entrare nel Congresso, la prima deputata lesbica del Kansas e anche la prima ad essere stata una combattente professionista di arti marziali miste. Cresciuta da mamma single, ha fatto la cameriera e si è laureata in legge. Oggi è stata riconfermata.

Così come l’altra pioniera dei democratici Deb Haaland, nativa americana del Laguna Pueblo confermata nel New Mexico, laureata in inglese con dottorato in giurisprudenza.”La mia vittoria è la vittoria delle donne, della classe operaia e di tutti coloro i quali sono stati messi da parte dalle élite miliardarie”.  Le sue origini sono rilevanti nel contesto politico: la situazione delle famiglie di immigrati messicani separate al confine riporta a galla le cosiddette “Indian Boarding Schools”, dei veri e propri lager nei quali i bambini Nativi Americani venivano portati dopo essere stati separati dalla loro tribù.

A queste due donne che di fatto sono state le prime native americane elette al Congresso, adesso se ne aggiungono altre. Segno del riconoscimento di un popolo bistrattato e per molti anni annullato dalla colonizzazione europea. Accanto a Sharice Davids e Deb Haaland, è stata eletta nel New Mexico Yvette Herrell, che appartiene alla tribù dei Cherokee.

“È un onore essere eletta per servire il secondo distretto congressuale del New Mexico”, ha scritto Herrell in una dichiarazione. “Il mio impegno nei confronti di ogni cittadino è che servirò ciascuno di loro con integrità mentre lavoriamo insieme per ricostruire la nostra economia e proteggere i valori che rendono grande l’America”.

In Kansas, c’è poi Stephanie Byers, che è Chickasaw e insegnante in pensione, diventata il primo legislatore transgender dello stato. “Abbiamo fatto la storia qui, qualcosa che nessuno pensava potesse succedere”, ha spiegato Byers.

Sempre in Kansas, Christina Haswood della nazione Navajo, è diventata la persona più giovane nella legislatura statale: ha solo 26 anni. Ancora Ponka-We Victors, della tribù dei Tohono O’odham e Ponca, è stata riconfermata.

In generale, le cose sono cambiate, anche rispetto al 2018. Quest’anno 18 donne indigene correvano per una poltrona al Congresso, un numero che letto superficialmente potrebbe sembrare minimo, ma non è così visto che per arrivare a questo punto sono state fatte molte battaglie. Le donne native americane rappresentavano il 2,6% di tutte le donne in corsa per il Congresso, la percentuale più alta in assoluto.

Per questo le elezioni generali sono state definite ‘storiche in termini di primati’.

Fonte: The Guardian

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