A 17 anni, Nai è riuscita a fuggire dal matrimonio forzato: la rivoluzione silenziosa delle ragazze Masai della Tanzania

Il Consiglio Pastorale delle Donne ha aiutato Nai e tante altre donne a sfuggire dai matrimoni combinati, lottando per garantire loro diritti di proprietà e indipendenza economica

Naishorua Masago, conosciuta come Nai, è una giovane donna Masai che ha sfidato le antiche tradizioni del suo popolo e la pressione della sua famiglia per evitare un matrimonio combinato. Cresciuta nel villaggio di Kirtalo, nel nord della Tanzania, Nai ha scoperto a 13 anni che l’uomo che credeva fosse suo padre era in realtà suo nonno e che il suo vero padre biologico aveva già deciso il suo matrimonio.

Nonostante le pressioni sociali e familiari, Nai ha trovato il supporto del Consiglio Pastorale delle Donne (PWC), un’organizzazione creata nel 1997 da donne Masai per difendere i diritti delle donne della loro comunità. Grazie all’aiuto del PWC, Nai ha potuto continuare gli studi, ricevendo una borsa di studio per frequentare la Emanyata Secondary School, una scuola fondata dall’organizzazione stessa per le ragazze a rischio di matrimoni forzati o violenza di genere.

Tuttavia, a 17 anni, quando è tornata a casa con il suo diploma, suo padre ha cercato nuovamente di farla sposare. Determinata a non cedere, Nai ha contattato ancora il PWC, che è intervenuto giusto in tempo per portarla in salvo il giorno della cerimonia.

L’indipendenza economica delle donne Masai

Il lavoro del PWC va oltre la lotta contro i matrimoni precoci. L’organizzazione si impegna anche per l’indipendenza economica delle donne Masai, offrendo progetti per la proprietà della terra e programmi di microcredito. Dal 2016 sono stati creati gruppi di donne che contribuiscono a fondi comuni per sostenersi reciprocamente in caso di emergenze e per avviare piccole imprese. Questo approccio ha trasformato la vita di migliaia di donne Masai, permettendo loro di diventare economicamente indipendenti e partecipare attivamente alla vita comunitaria.

Un’altra area in cui il PWC ha avuto successo è la sensibilizzazione sulla necessità di garantire i diritti di proprietà delle donne Masai. Grazie all’influenza dei leader comunitari, oltre 350 donne hanno ottenuto terreni a loro nome, un fatto rivoluzionario in una società tradizionalmente patriarcale.

Il movimento delle donne Masai, supportato dal PWC, continua a crescere, promuovendo non solo il cambiamento sociale ma anche una maggiore consapevolezza dei diritti delle donne, rendendole protagoniste della loro emancipazione e del futuro della comunità.

Tutti temi molto importanti e di cui, dopo decenni di silenzio, finalmente si parla e qualcosa si smuove grazie a organizzazioni e singole persone come la guerriera Masai Nice che ha salvato oltre 20.000 bambine dalla mutilazione genitale.

In realta, nel 2019, l’Alta Corte della Tanzania ha vietato il matrimonio alle ragazze sotto i 18 anni. Purtroppo, i matrimoni forzati avvengono ancora in tutta l’Africa, con alcune ragazze date in sposa anche a soli 15 anni. Secondo la ONG internazionale Girls Not Brides, il 5% delle ragazze in Tanzania si sposa entro i 15 anni e il 29% prima di compiere 18 anni. La pratica diffusa del matrimonio forzato delle ragazze è ciò che spinge il Pastoral Women’s Council (PWC) a lottare per i diritti delle donne e delle ragazze Maasai, ed è stato questo impegno che ha permesso loro di salvare la diciassettenne Nia.

I matrimoni precoci delle bambine rappresentano una delle forme più gravi di violazione dei diritti umani, con conseguenze devastanti per la salute, l’istruzione e il futuro delle giovani spose. Secondo dati dell’UNICEF, ogni anno circa 12 milioni di ragazze sotto i 18 anni vengono costrette a sposarsi, spesso con uomini molto più grandi. Questo fenomeno è particolarmente diffuso in Asia Meridionale e nell’Africa subsahariana, dove alcune aree mostrano tassi di matrimonio precoce che superano il 40%.

Le bambine che si sposano presto sono più esposte a rischi come complicazioni durante la gravidanza, violenza domestica e abbandono scolastico, con un impatto a lungo termine sullo sviluppo economico e sociale delle loro comunità. Anche se ci sono stati progressi negli ultimi decenni, soprattutto grazie a interventi educativi e legislativi, il cammino verso l’eliminazione dei matrimoni infantili è ancora lungo e richiede un impegno globale.

Per questo le storie come quella di Nai rappresentano piccoli ma enormi passi per cambiare tradizioni inaccettabili che vanno avanti da troppo tempo. Affinché ci siano sempre più ragazze e non spose.

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