Michelle Comi ha aperto una raccolta fondi per sottoporsi ad un’operazione di aumento del seno: incredibilmente in meno di 24 ore è già arrivata a 15.000 euro. Somme che per motivazioni ben più nobili spesso non vengono raggiunte
La recente raccolta fondi lanciata dall’influencer Michelle Comi ha sollevato un dibattito acceso sui social media e tra l’opinione pubblica. Michelle, che ha 29 anni ed è attiva su piattaforme come TikTok e OnlyFans, ha infatti avviato una campagna di crowdfunding per raccogliere 15.000 euro con lo scopo di sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva, ovvero un’operazione di aumento del seno.
Una scelta a dir poco insolita, dato che solitamente questo tipo di GoFundMe viene aperto per motivi ben più importanti come problemi di salute, calamità naturali o quant’altro. Ma ancor più assurdo è il fatto che in meno di 24 ore, la giovane è riuscita a raggiungere (e superare) il suo obiettivo, ricevendo 94 donazioni, tra cui un contributo di 3.000 euro da un imprenditore.
Questo episodio ha generato un’ondata di polemiche, con critiche rivolte sia all’influencer sia ai donatori che hanno deciso di contribuire a una causa che non può che essere bollata in altro modo che “superficiale”. Certo c’è chi sostiene che ognuno sia libero di spendere i propri soldi come meglio crede (e dunque anche investirli in azioni di questo tipo), ma non possiamo non riflettere sul fatto che questa raccolta fondi abbia suscitato un maggiore interesse rispetto a tante altre dedicate a cause umanitarie o per sostenere persone in difficoltà.
Dovremmo rivedere le nostre priorità e i nostri valori
La questione che emerge riguarda principalmente il valore che la società attribuisce a iniziative di questo tipo. È innegabile che i social media abbiano rivoluzionato il modo in cui le persone interagiscono con gli influencer e il loro seguito, ma è preoccupante che una raccolta fondi per un intervento estetico (e senza che questa risolva alcun problema di salute) abbia ottenuto così tanto supporto in un arco di tempo così breve, mentre progetti ben più urgenti spesso non riescono a raggiungere nemmeno una frazione di tali somme.
Ciò che colpisce di più è proprio il confronto con altre situazioni in cui il denaro è disperatamente necessario. Questo fa riflettere su come l’attenzione del pubblico possa essere distorta da fattori legati alla notorietà e alla superficialità.
Su Michelle Comi e sulle sue trovate (questa non è la prima, anzi, vedasi la volontà di essere mantenuta da un uomo o di farsi portare in vacanza gratis) preferiamo non pronunciarci. Ciò che più ci preme è chiederci come sia possibile che così tante persone – facoltose o meno – abbiano preferito usare i propri soldi per una causa così futile e invece si voltino dall’altra parte quando davvero ce n’è bisogno. Forse sarebbe il caso interrogarci seriamente su quali iniziative meritino maggiore attenzione, rivendendo le nostre priorità in questo mondo i cui valori vanno a rotoli.
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