Disuguaglianze in crescita: in Italia il 5% dei più ricchi possiede quanto il 90% dei più poveri

Il divario tra ricchi e poveri cresce sempre di più. Arriva puntuale il rapporto di Oxfam che, alla vigilia del Word economic Forum di Davos, in Svizzera fa un quadro drammatico della situazione.

Il divario tra ricchi e poveri cresce sempre di più. Arriva puntuale il rapporto di Oxfam che, alla vigilia del Word economic Forum di Davos, in Svizzera fa un quadro drammatico della situazione.

La differenza tra ricchi e poveri continua ad aumentare e il problema è ormai diventato strutturale, le donne risultano sottopagate rispetto agli uomini e in Italia il 5% più ricco della popolazione è titolare da solo, della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povera.

Per dirla in parole semplici, le 26 persone più ricche del mondo possiedono la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione. Essendo un fattore ormai strutturale, diventa sempre più difficile per i meno abbienti migliorare la propria condizione economica.

La soluzione secondo la Oxfam sarebbe quella di aumentare le tasse sul patrimonio dei più ricchi così da ridurre l’enorme divario e la continua espansione a senso unico.

I numeri della ricchezza

I miliardari al mondo tra marzo 2017 e marzo 2018 hanno accumulato altri 900 miliardi di dollari, vale a dire 2,5 miliardi di dollari in più al giorno. Cifre esorbitanti da un lato e desolanti dall’altro: la ricchezza netta della metà più povera del globo, pari a 3,8 miliardi di persone, è diminuita dell’11%.

Per dirla quindi in parole povere i 26 ultramiliardari possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale.

Secondo i dati dell’Oxfam, l’amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, è l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 112 miliardi di dollari. L’1% della sua ricchezza equivale all’intero budget destinato dal governo dell’Etiopia alla sanità.

poverta oxfam

Una situazione strutturale

Secondo la ong si è arrivati a questa situazione anche grazie al calo della pressione fiscale sui ricchi. Basti pensare che nei Paesi più sviluppati, l’aliquota massima dell’imposta sui redditi è passata dal 62% del 1970 al 38% del 2013. Insomma, solo 4 centesimi per ogni dollaro raccolto dal fisco proviene dalle imposte patrimoniali.

Sul piano della povertà, invece, emerge un forte rallentamento della riduzione: circa 10mila persone al giorno muoiono per mancanza di accesso ai servizi sanitari e 262 milioni di bambini non possono andare a scuola.

Diseguaglianza di genere

A livello globale un altro dato significativo è quello della diseguaglianza di genere. Le donne guadagnano il 23% in meno rispetto agli uomini, i quali possiedono il 50% in più della ricchezza e controllano oltre l’86% delle aziende.

Secondo la Oxfam, i dati emersi sono emblematici della crescita continua del divario tra ricchi e poveri e del fallimento delle politiche di lotta contro la povertà e contro i sistemi economici dannosi.
Una delle misure da adottare, sottolinea la Ong, è far sì che le aziende e i soggetti più ricchi paghino la giusta quota di tasse.

Il sistema di tassazione attuale infatti premia chi possiede maggior denaro e pesa maggiormente sulle fasce più povere della popolazione.

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Dominella Trunfio

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