Inventa una sedia per fare sesso per chi ha una lesione midollare (e rompe i tabù sull’erotismo dei disabili)

Daniele Ragona ha creato e progettato una sedia che permette a chi è disabile di esplorare la propria sessualità e avere rapporti intimi con il/la partner

Facciamola finita con i tabù che riguardano le persone disabili. Sì, anche loro provano piacere e anche loro fanno sesso, seppur con qualche accortezza differente nel caso si abbia una mobilità ridotta. E proprio per sdoganare questo tema troppo spesso ignorato, Daniele Ragona ha presentato la nuova sedia Intimate Swing.

Si tratta di una sedia da lui progettata e brevettata per permettere a chi è disabile di esplorare la propria sessualità. Ragona è lui stesso paralizzato dalla vita in giù, una condizione che però ha definito “solo un dettaglio”.

Originario di Torino, è fortemente impegnato in questi ambiti, tanto che – insieme all’amico Luca Paiardi – ha creato Viaggio Italia on the world, il format documentarista che racconta esperienze accessibili per le persone con disabilità in tutto il mondo, trasmesso in tv dal programma Kilimangiaro su Rai e Sky.

Come funziona la sedia Intimate Swing

Ma torniamo alla sedia Intimate Swing. È una sorta di “sedia a dondolo” che però è stata progettata perché:

faccia muovere bene anche chi, come me, ha una lesione midollare dallo sterno in giù. E ovviamente, offra piacere anche alla o al partner.

Il movimento che effettua la sedia non è il classico “a sorriso”, ma è orizzontale, permettendo di assumere posizioni difficili da riprodurre a letto se si è disabili. In più la seduta si alza e si abbassa aiutando ad assumere la posizione erotica più comoda per entrambi i partner.

 

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Un’iniziativa che vede il plauso di tanti che si trovano a dover affrontare queste tematiche ogni giorno, in un Paese in cui si fa troppo poco per aiutarli. Ce lo confessa Antonio:

Per una parte delle persone con disabilità il sesso è una vera e propria ossessione, in quanto non possono nemmeno parlarne con qualcuno. L’attrazione fisica la proviamo tutti ma non esiste nessuno che ci aiuti. In paesi come Svizzera ed Olanda ci sono figure professionali dette “Assistenti Sessuali” che aiutano i disabili nella masturbazione. Purtroppo in Italia non siamo così aperti.

E dunque ben vengano i progetti come quello di Ragona che, come detto, vive anch’egli tutto questo in prima persona e non vuole certo “stare a guardare”. Paralizzato dopo un incidente stradale avvenuto nel 1999, fin da subito si è messo in gioco per riscoprire la propria sessualità. Ha raccontato al Corriere:

Per ciascuno è un’esperienza fisica ed emotiva diversa. Io avevo solo 21 anni e volevo terribilmente riavere una vita piena e felice… così, grazie all’allenamento, mi sono aperto a nuove sensazioni, stimoli, attenzioni. E a una nuova sessualità.

Non basta essere “vivi”: anche tutte le fantasie sessuali ed erotiche vanno soddisfatte

Danilo ha voluto specificare ancora una volta come avere una disabilità non significhi dover rinunciare ai piaceri della vita. Bisogna semplicemente trovare delle alternative e si può comunque fare sesso. Non basta infatti “essere ancora vivi” per chi come lui è rimasto vittima di incidenti.

Chi pensa che ci basti essere ancora vivi si sbaglia di grosso. Abbiamo sogni, desideri, aspirazioni e, se ne facciano una ragione i perbenisti, fantasie sessuali ed erotiche proprio come ogni altra persona. E se la scienza e la medicina sono fondamentali per ricominciare a muoverci nel mondo dopo essere sopravvissuti, inoltre, l’assistenza psicologica e la rieducazione intima andrebbero rimodulate prestando maggiore attenzione ai bisogni affettivi. Siamo umani, e vogliamo tutto, per quanto possibile.

Ragona dal canto suo ha spiegato come, seppur dallo sterno in giù, non abbia sensibilità. Ciò però non vuol dire che il suo organo sessuale sia “inamovibile”.

Diciamo che, da dopo l’incidente, il telecomando del mio strumento non sono io né il mio cervello, e ho dovuto imparare nuove tecniche per capire come attivarlo. Mi sono allenato moltissimo. Devo molto alla disabilità perché mi ha reso più generoso, anche a letto. E ha smontato ogni mito di mascolinità machista e tossica del ventenne che ero prima. Il mio orgasmo è molto più cerebrale e riesco a entrare maggiormente in empatia con la mia partner. Sono meno proiettato su me stesso e molto di più sulla felicità della mia compagna. Ed è davvero bello, mi appaga e in qualche modo mi rende grato per questa nuova consapevolezza.

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Fonte: Intimate Swing

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