Mala tempora currunt… tempi di guerra con conseguenze sociali che non si limitano ai disastri sul campo, ma durano per decenni, e scoperchiano il vaso di Pandora di una crisi ambientale ed energetica che era pieno da tempo.
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La storia insegna che la guerra non è mai una soluzione e con il senno di poi vediamo che gli interventi di prevenzione o pacificazione, pure i più complessi, hanno un costo – anche economico – molto più basso per la collettività.
Anche ognuno di noi, può fare qualcosa nel suo piccolo. Acquistando determinati prodotti o scegliendo specifiche soluzioni di investimento, come consumatori e risparmiatori possiamo “votare con il portafoglio. Per esempio scegliendo con accuratezza a chi affidare i nostri risparmi. Gli istituti di credito e le società di gestione del risparmio possono operare transizioni economiche con cui finanziare l’industria bellica e la compravendita di armi, spesso a nostra insaputa. Anche fosse una goccia nel mare, pochi risparmi possono fare la differenza e tale differenza è tra la finanza tradizionale, orientata solo alla performance di breve periodo e la finanza etica, che si pone l’obiettivo di creare valore finanziario e, contemporaneamente, impatti positivi ambientali e sociali.
Che cos’è la finanza etica
La finanza etica si pone l’obiettivo di riformulare i fini e i mezzi della finanza per creare valore economico accrescendo il bene comune, rinunciando a settori e attività che hanno un impatto negativo da un punto di vista ambientale (come le fonti di energia fossile, per esempio) e sociale (armi).
La crisi geopolitica è doppiamente legata alla crisi climatica e alle conseguenze della pandemia: questo combinato disposto vede i paesi occupati nella corsa ad accaparrarsi le materie prime, che comunque hanno una distribuzione disomogenea sul Pianeta. Svitlana Krakovska, la principale scienziata ucraina del clima, definisce la tragedia che ha colpito il suo paese una “guerra dei combustibili fossili[1]”.
Mettere al centro l’uomo e il Pianeta è forse l’unica chiave per uscire dalle crisi. Ed è quello che si propone di fare la finanza etica: mettere in relazione il benessere del singolo individuo abbracciando gli interessi ambientali e sociali che riguardano tutti. La finanza etica restituisce anche valore alla finanza tutta, che non è sempre “il male”: si compone anche delle nostre libere scelte di risparmio ed investimento, oltre che di tutti quei meccanismi magari non comprensibili a tutti che spaventano molto.
a il motore siamo noi, noi siamo tutte le gocce dell’oceano. Chi sceglie la finanza etica, diventa parte integrante di questo processo, perché partecipa, attraverso i suoi investimenti, allo sviluppo sostenibile, che mira a creare valore economico accompagnato da obiettivi etici.
La regolamentazione europea
Con il Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) della Commissione Europea, che impone nuovi obblighi di trasparenza sulla sostenibilità dei prodotti di investimento, può essere considerato sostenibile un investimento in un’attività economica con obiettivi ambientali o sociali misurati mediante indicatori chiave come ad esempio:
- per l’ambiente, l’efficienza delle risorse per l’impiego di energia, l’impiego di energie rinnovabili, l’utilizzo di materie prime e di risorse idriche e l’uso del suolo, la produzione di rifiuti, le emissioni di gas a effetto serra, l’impatto sulla biodiversità e l’economia circolare;
- per il sociale, la riduzione delle disuguaglianze sociali, l’integrazione sociale e le relazioni industriali, lo sviluppo del capitale umano o iniziative in comunità economicamente o socialmente svantaggiate.
Ma perché sia tutto davvero sostenibile, perché sia davvero l’uomo e il Pianeta al centro, le imprese oggetto di investimento devono rispettare prassi di buona governance, in particolare per quanto riguarda strutture di gestione solide, buone relazioni, remunerazione del personale e rispetto degli obblighi fiscali (e sappiamo come una gestione del personale svilente se non illegale faccia davvero tanti danni alle persone e al mercato stesso).
Etica Sgr e l’impegno per il disarmo
Etica Sgr è una società di gestione del risparmio italiana che propone da sempre esclusivamente fondi comuni di investimento sostenibili e responsabili. Etica Sgr nasce nel 2000 con la convinzione che analizzare imprese e Stati anche da un punto di vista ambientale, sociale e di governance (ESG), possa potenzialmente creare valore aggiunto sul piano dei rendimenti.
Partendo però da un presupposto: sensibilizzare il pubblico nei confronti degli investimenti socialmente responsabili e della responsabilità sociale d’impresa. È finanza, crea valore, ma è finanza etica, perché tale valore mette al centro l’uomo e il Pianeta.
Per questo, Etica Sgr promuove fondi comuni che investono in titoli di emittenti che si distinguono proprio per l’attenzione alle conseguenze sociali e ambientali dei loro comportamenti. In più, chi sottoscrive i fondi di Etica Sgr ha la possibilità di devolvere su base volontaria un euro ogni mille a favore di un fondo dedicato al sostegno di progetto di microfinanza e iniziative di crowdfunding in Italia.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11 Costituzione italiana).
Ecco, dalle parole ai fatti: i fondi comuni di Etica Sgr non hanno investito un solo centesimo dei propri risparmiatori in qualsiasi produttore di armi fin da quando sono stati istituiti, nel 2003.
Più precisamente sono escluse dagli investimenti dei fondi di Etica Sgr:
- società con fatturato derivante dalla produzione di armi convenzionali, di loro parti chiave o generiche o altri prodotti o servizi destinati ad uso militare;
- società coinvolte nello sviluppo, produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione, stoccaggio, trasporto o vendita di armi controverse o di parti chiave di armi controverse, come mine antiuomo o armi nucleari
Etica Sgr collabora con ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons), un’organizzazione svizzera Premio Nobel per la Pace nel 2017 “per il suo lavoro nel voler attirare l’attenzione sulle conseguenze catastrofiche di qualsiasi utilizzo di armi atomiche”.
Scegliere la finanza etica significa credere che la guerra non sia un mezzo per risolvere le controversie internazionali, proprio come dice la nostra Costituzione.
Ed è proprio in momenti come questo che questa convinzione deve essere gridata con forza e perseguita con le azioni.
[1] https://www.theguardian.com/environment/2022/mar/09/ukraine-climate-scientist-russia-invasion-fossil-fuels