Denuncia Red Bull per pubblicità ingannevole: “non mi ha messo le ali”

Benjamin Careathers ha citato in causa Red Bull per la sua pubblicità in cui sosteneva che bere la bevanda energetica desse le ali: il marchio alla fine ha patteggiato

Benjamin Careathers, un uomo statunitense, ha intentato una causa contro la famosa azienda Red Bull per pubblicità ingannevole. Il motivo? Il marchio promuove nei suoi spot lo slogan Red Bull ti mette le ali, ma questo sarebbe completamente falso dato che l’uomo ha consumato il prodotto da anni e non ha mai sperimentato un aumento della sua energia.

Inoltre nella causa si sostiene che Red Bull utilizza ingredienti che non forniscono benefici energetici, come la taurina, che non ha dimostrato di migliorare le prestazioni fisiche. Ovviamente tutto ciò ha generato polemiche e ha portato a interrogarsi sui limiti della pubblicità ingannevole nel settore dei prodotti energetici.

E com’è finita? Il noto marchio di bevande energetiche ha accettato di versare 13 milioni di dollari in totale per risarcire i consumatori negli Stati Uniti a seguito di un’accusa di pubblicità ingannevole. Questo accordo ha evitato il rischio di una class action, ovvero una causa legale collettiva

Il patteggiamento ha fissato un risarcimento massimo

La causa fu avviata nel 2013 da Careathers che sosteneva che Red Bull aveva condotto una campagna pubblicitaria ingannevole, suggerendo che la sua bevanda garantisse un significativo miglioramento delle prestazioni fisiche e mentali.

La denuncia si basava sull’argomento che la pubblicità televisiva dell’azienda, che mostrava famosi atleti e il famoso slogan “Red Bull ti mette le ali”, faceva intendere in modo deliberato che il consumo della bevanda avrebbe migliorato le prestazioni fisiche.

Il consumatore, Benjamin Careathers, sosteneva che nonostante avesse consumato regolarmente Red Bull dal 2002 al 2013, non aveva sperimentato alcun miglioramento nelle sue prestazioni fisiche e mentali. La base dell’accusa era che Red Bull avrebbe fatto affermazioni pubblicitarie prive di fondamento scientifico, considerando che l’unico vero principio attivo energetico nella bevanda era la caffeina.

Il patteggiamento tra Red Bull e il tribunale ha inoltre stabilito un tetto massimo per il risarcimento fissato in un totale di 13 milioni di dollari destinato ai consumatori che avessero bevuto Red Bull tra il 2002 e il 2014 e che avessero richiesto il rimborso, con un massimo di 10 dollari o 15 dollari in prodotti Red Bull per ogni richiedente.

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Fonte: Morelli Alters

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