La rivoluzione del delivery al femminile, etico e sostenibile: queste realtà ci dimostrano che si può fare

Usano mezzi eco-friendly le rider donne che si iniziano a vedere in alcune città, impiegate in realtà dove è possibile ottenere tutele e un trattamento adeguato

Imprenditoria femminile piccole novità anche nel settore del delivery per appianare il gender gap.

Sono vestite di rosso, colore di immediata visibilità, le rider di TakeEve, la prima piattaforma di delivery con una flotta tutta al femminile che ha come logo un piccolo polpo, simbolo del multitasking. La startup romana è stata creata da Evelyn Pereira, imprenditrice di origini peruviane.

Anche questa realtà è figlia della perdita di lavoro dovuta alla pandemia che ha colpito in particolare l’universo femminile e della necessitò di contribuire al superamento del Gender gap anche in questo settore. Abbiamo assistito, negli ultimi due anni, alla crescita esponenziale del numero di persone che consegnano a domicilio di tutto: nella gran parte dei casi sono ragazzi o uomini a portare la cena o la spesa. Le donne sono ancora poche sia per la mancanza di garanzie sia perché in alcune zone preferiscono non andare e così perdono ordini e soldi.

Nel caso di TakeEve, servizio partito su Roma, sono 20 le donne impegnate nelle consegne, tutte assunte con contratto regolare full o part time e dotate di dispositivi di sicurezza. In sella alle bici rigorosamente eteriche, le delivery women possono consegnare oggetti di vario tipo, da quelli tecnologici a quelli per la cura della persona fino ai piatti dei ristoranti affiliati con i quali sono state avviate campagne per non sprecare il cibo invenduto a fine giornata. Inoltre per ogni ordine sarà possibile scegliere una Onlus No Profit alla quale fare una donazione a carico dell’azienda.

Questa non è la sola realtà femminile nel settore. Sebbene di dimensioni più piccole c’è anche Rider Girls fondata dall’ex stilista Caterina Fernandes nell’area di San Giorgio a Cremano. Un servizio per gestire, in prossimità, richieste quali il ritiro della spesa, commissioni di vario tipo fino all’attività di personal shopper. Un ennesimo esempio di piccola imprenditoria femminile nata per necessità e a seguito dei cambiamenti imposti dalla pandemia in particolare alle donne.

Come mostrano i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, sono le under35 a guidare la timida ripresa del settore: rispetto al 2020 si registra un aumento dell’8,1% mentre, per le over 35, è del 2%. Nel complesso, nei primi nove mesi del 2021 le nuove imprese femminili sono più numerose rispetto a quelle dello stesso periodo del 2020, +7mila unità. Sono però ancora inferiori rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2019 di circa 9.200 realtà. C’è ancor auna nota amara: dall’inizio del 2021 l’incremento delle nuove imprese a guida femminile è inferiore rispetto a quello maschile, l’1% a fronte del 9,5%.

Chissà che anche i fondi previsti nel PNRR non possano contribuire a cambiare la situazione: 400 milioni di euro previsti dal Piano a integrazione dei fondi previsti per questo settore come da pubblicazione del decreto ministeriale in data 1° febbraio 2022. L’obiettivo è quello di sostenere e agevolare almeno 2400 progetti imprenditoriali innovativi e start up femminili attraverso diverse azioni e misure.

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Fonte:  Osservatorio sull’Imprenditoria femminile; TakeEve, Rider Girls; Decreto Ministero delle Sviluppo Economico

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