Ddl “eco-vandali”, gli ambientalisti che imbrattano le opere e i monumenti ora rischiano multe salatissime e persino il carcere

Nel fantastico Paese degli sconti di pena e delle “attenuanti generiche”, dei riti abbreviati e delle perizie psichiatriche, di centinaia di femminicidi rimasti impuniti, di una evasione fiscale alle stelle e dei condoni, il problema sono i rave party e i "forestierismi linguistici" nella PA (che Dio solo sa). E ora anche gli attivisti ambientali

Dopo la vernice nera versata nella fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna a Roma e numerosi atti dello stesso tipo e della stessa natura di protesta squisitamente ambientalista, c’è chi al Governo non ci ha visto più annuncia a tambur battente multe, ordinanze restrittive e persino carcere dai 6 mesi ai 3 anni per quelli che definisce “eco-vandali”, ossia per coloro che imbrattano (e non altro) gli edifici pubblici, di culto o sottoposti a tutela, anche con vernici lavabili (che quindi comunque non danneggiano l’opera).

È questa la proposta di legge che arriva bella fresca dagli scranni di Fratelli d’Italia e che mira a punire coloro che protestano contro l’inazione politica nell’affrontare la crisi climatica, mettendoli sullo stesso piano – di fatto con pene simili – agli ultras che commettono aggressioni e violenze durante gli eventi sportivi.

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In parole povere: l’esecutivo più a destra che mai abbiamo avuto negli ultimi anni dichiara guerra agli “eco-vandali”, invece di cominciare ad inasprire pene per chi sul serio commette reati ambientali. Insomma, il vecchio caro concetto del “chi inquina paga” in salsa Meloniana.

La proposta

Innanzitutto, nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge si evidenzia come “il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile” non debba essere “assolutamente confuso con il diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza“.

Composta da un solo articolo, la proposta di legge, presentata a prima firma dal senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei, vuole apportare modifiche al decreto legge numero 14 del 2017 e all’articolo 635 del codice penale, che prevede da 6 mesi a 3 anni di carcere per chi:

“distrugge, disperde, deteriora” o rende “inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia”.

Se il testo dovesse venire approvato in Parlamento, le pene indicate dall’articolo 635 verrebbero applicate anche contro chi “deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali”.

Quanto alle modifiche al decreto legge 14 del 2017, che si occupa di sicurezza urbana, si vorrebbe imporre il divieto di avvicinarsi a una distanza inferiore ai 10 metri dagli edifici tutelati, per un periodo di tempo da 6 mesi a un anno. Nel dettaglio, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato – anche con sentenza non definitiva – per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela.

Non è ancora ben chiaro se questa misura si applicherà solo a chi viene condannato o anche a chi è solamente stato denunciato e in attesa di giudizio. Rimane certa, invece, la sanzione da 500 a 1000 euro per chiunque non dovesse rispettare il divieto.

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