Da Dostoevskij ad Alexander Gronsky: smettiamola di prendercela con tutti i russi (invece che con Putin)

Il mondo dell’editoria contro gli attacchi in Ucraina ma forse occorre chiedersi se in questo modo si danneggia Putin o forse degli innocenti che non sono portavoce del Cremlino

Lo stop dell’Università degli Studi di Milano Bicocca a un corso su Fëdor Dostoevskij, che ha causato proteste di ogni sorta, l’esclusione del fotografo Alexander Gronsky dal Festival di Fotografia Europea 2022 (mentre veniva arrestato proprio a Mosca per aver manifestato contro la guerra) sono gli esempi più lampanti di un “no” verso a tutto ciò che è di provenienza russa e che si associa alla guerra scatenata dal Governo di Mosca.

In questo modo però si colpiscono simboli di una cultura letteraria, oramai patrimonio dell’umanità, si colpiscono i più giovani rappresentanti di un rinascimento che non vuole essere associato con i suoi rappresentanti politici. Vale la pena ricordare che 7mila russi sono stati arrestati per aver espresso dissenso sulla guerra in Ucraina (bambini compresi),

Ultima presa di posizione e di condanna agli attacchi perpetrati dal Cremlino verso l’Ucraina arriva anche da parte del mondo dell’editoria, in particolare della Bologna Children’s Book Fair in programma dal 21 al 24 marzo 2022. L’organizzazione, in un comunicato stampa, ha dichiarato che

“con effetto immediato, è sospesa la collaborazione con tutte le istituzioni statali russe preposte all’organizzazione dello stand collettivo russo alla prossima fiera.

 

La decisione ha sollevato molte proteste giunte sui social tanto che i rappresentati della fiera hanno poi sottolineato come questa presa di posizione riguarda solo lo stand collettivo sponsorizzato dallo Stato russo e non concerne artisti e editori indipendenti che sono invece i benvenuti e restano degli amici.

C’è da dire che questa modalità di “cancellazione” di ciò che ha rimandi russi, sicuramente è sintomatica di una diffusa difficoltà oltre che di una condanna unanime per quanto sta accadendo sul territorio ucraino, viene percepita come eccessiva tanto che su Twitter si “sdrammatizza” l’effetto di decisioni come queste citate con l’hashtag #mashaeorso oramai trending topic.

Dalla leggerezza di una domanda semplice come se anche Masha E Orso sono a rischio censura si arriva però a una riflessione di diverso tipo: è questo il giusto modo di infierire su quanti non approvano le decisioni dello stato centrale e magari stanno anche tentando di dirlo apertamente?

L’ultima decisione in senso temporale non è la sola nell’ambito dell’editoria. Pochi giorni prima la Fiera del Libro di Francoforte aveva annunciato lo stop alla cooperazione con le istituzioni statali russe incaricate di predisporre lo stand collettivo proprio alla Frankfurter Buchmesse del prossimo ottobre. Saranno invece ammessi stand individuali di editori russi, anche se sarà necessario capire la portata delle sanzioni verso la Russia e quale impatto avranno in relazione agli spostamenti, al circuito di pagamenti e altri aspetti pratici.

In entrambi i casi viene espresso il pieno sostegno alle associazioni di editori e agli autori ucraini.

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Fonti: Bologna Children’s Book Fair; Fiera del Libro di Francoforte

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