Stanca del continuo dondolio di piedi e gambe dei suoi scolari, una professoressa americana ha sistemato dei pedali sotto i banchi per non farli agitare e trovare una buona volta la concentrazione.
Alunni troppo irrequieti in aula? Allora ti piazzo una cyclette sotto al banco per aumentare la concentrazione.
È l’idea che è venuta a una professoressa di matematica di una scuola Wake County del North Carolina che, stanca del continuo dondolio di piedi e gambe dei suoi amati scolari, ha sistemato dei pedali sotto i banchi per non farli agitare e cercare di farli stare più attenti.
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Bethany Lambeth, è questo il nome della docente americana, in realtà non s’è inventata nulla. Già l’anno scorso, per tentare di arginare il problema della sindrome da deficit di attenzione e iperattività a scuola, il pedagogista canadese Mario Leroux ideò la “Bici Banco”. I primi 4 prototipi furono subito portati nella Scuola di Des Cèdres per un primo test (gli studenti dovevano svolgere attività di lettura per 15 minuti mentre pedalavano nel loro nuovo banco) e i risultati furono sorprendenti.
“Uno dei maggiori problemi nelle scuole è il deficit di attenzione. Ci sono studenti che hanno tanto bisogno di muoversi. Ma spesso disturbano la classe. Quindi ero alla ricerca di qualcosa che permettesse loro di lavorare in classe muovendosi senza disturbare gli altri compagni!”, disse allora Leroux.
Detto fatto e così anche in Usa Bethany Lambeth ha sdoganato la bici banco: perché non farla usare a tutti? Insomma, far star seduta un’intera classe per un’ora, senza agitarsi è dura. Soprattutto quando sei un bambino e la lezione è di matematica.
L’idea di Lambeth è stata ben accolta dai suoi ragazzi, che sono ben contenti di far un po’ di attività e scaricare le proprie energie mentre c’è bisogno di fare altro.
Voi cosa ne pensate? La fareste usare in classe? Beh vi do un altro dato: ogni cyclette sotto al banco costa circa 150 dollari, che, moltiplicato almeno per 20, viene a fare un capitale. Giusto quello che servirebbe per acquistare qualcosa che eternamente manca nelle scuole pubbliche italiane. Del resto potrebbe essere un’idea anche per combattere problemi di obesità infantile sempre crescenti. Anche se entrembi potrebbero essere risolti inserendo magari un po’ più di tempo dedicato all’aria aperta.
Germana Carillo