Crisi in Ucraina, le testimonianze di chi sta vivendo sotto la minaccia di una guerra

Loro, gli ucraini, convivono (di nuovo) con la guerra dal 2014, da quando i separatisti sequestrarono aree nell’est del Paese e la Russia annesse la Crimea

Storie di territori e fazzoletti di terra contesi, di organizzazioni sovranazionali, di filoeuropeisti e di truppe accalcate ai confini. Stanno comodi nelle loro convinzioni, quelli che si riempiono la bocca di pace e la testa di guerra e di conflitti che spappolano la lunga trattativa di una libertà a metà. Ma qui la vita in qualche modo deve continuare, non fosse altro che – in mezzo a queste crisi – il tempo passa e chi lo rivede più.

Due soldati ucraini uccisi nella notte appena trascorsa, mentre, con una mossa a sorpresa, ieri il presidente russo Vladimir Putin aveva prima annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, poi ordinato l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo di “assicurare la pace”.

Quel che pare è che il Cremlino voglia scongiurare ad ogni costo l’ingresso dell’Ucraina nella Nato e creare una sorta di zona cuscinetto lungo le frontiere occidentali, per “finlandizzare” – dicono gli storici – Kiev ed evitare così di ritrovarsi truppe occidentali in casa. In tutto questo, i russi hanno una superiorità schiacciante rispetto agli ucraini e niente potrebbe fermarli.

La vita? Continua, ma quanto è difficile.

Alla BBC tre ucraini raccontano come affrontano la vita all’ombra della guerra: c’è Valentyna, coreografa professionista che continua a danzare; c’è Ruslan, che continua a far volare droni; e c’è Natalia, che lavora come alle comunicazioni presso il produttore di armi statali.

In comune una sola cosa: il desiderio di normalità.

Valentyna: “Ballo per far fronte allo stress”

Valentyna Kovach ha 36 anni ed è una coreografa professionista che gestisce uno studio di danza a Kiev, il ValenDance. Normalmente, la fine dell’inverno e l’inizio della primavera sono i suoi periodi più impegnativi grazie ai molti clienti che seguono i corsi.

Ma quest’anno è diverso: la minaccia di un’invasione russa ha reso ha frenato parecchie persone e in tanti hanno sospeso gli abbonamenti mensili per risparmiare denaro.

Ci sono alcuni – dice Valentyna – che invece stanno facendo ancora più attività fisica per rilassarsi, ma nel complesso il fatturato è in calo a causa della sensazione generale che, in momenti come questi, sia più prudente risparmiare denaro.

Anche Valentyna ha un “piano di emergenza”, semmai dovesse succedere il peggio e la capitale ucraina viene attaccata: i suoi genitori vivono nell’ovest del Paese e trasferirsi lì, centinaia di chilometri più lontano dalla Russia, sarebbe un’opzione. Ma per ora, sta cercando di rimanere positiva.

La danza e le lezioni di corpo aiutano a rilasciare l’ansia, afferma.

E speriamo continui a danzare ancora.

Ruslan: “Sto riorientando i miei affari”

Ruslan Beliaiev ha 45 anni e gestisce Dronarium, un’azienda che fa volare droni per spettacoli aerei o per portare annunci o striscioni in luoghi difficili da raggiungere.

Uno dei suoi progetti più noti è stato quello di sventolare una bandiera LGBT a strisce arcobaleno sulla capitale ucraina durante le celebrazioni del Kyiv Pride nel giugno 2020.

Lavorare con i clienti commerciali portava buone entrate, ma gli affari sono crollati, prima colpiti dalla pandemia e poi dalla crescente tensione in Ucraina.

E intanto è preoccupato per il futuro e la minaccia di un’invasione russa e si prepara a mandare via la moglie e i due figli, di 7 e 11 anni.

Penso che non sia sicuro rimanere a Kiev perché potrebbe essere alla portata dei missili russi. Ecco perché manderò mia moglie e i miei figli a stare con i parenti all’estero.

Natalia: “Un giorno alla volta”

Altra stoffa Natalia Sad ha 35 anni ed è laureata in relazioni internazionali. Lavora come addetto alle comunicazioni presso il produttore di armi statale, Ukroboronprom. Con l’aumento delle tensioni ha iniziato a pensare a come vorrebbe concentrarsi ancora di più sulla sfera della difesa.

Non posso impugnare una mitragliatrice, dice.

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E intanto crede che la sua istruzione e la sua esperienza la renderanno una buona stratega della difesa e ha fatto domanda per un diploma post-laurea esecutivo di due anni presso la National Defense University. Secondo lei, anche se l’invasione non avverrà subito, la minaccia dalla Russia non svanirà.

Questa crisi attuale è una sfida globale – afferma Natalia. È intenzione di un paese ridisegnare la mappa del mondo e dobbiamo resistergli.

Ma in che modo la crisi attuale ha influito sulla vita quotidiana?

I miei amici si sono chiesti se vale la pena prelevare contanti dalle banche. Non credo. Sto rispettando i miei piano di risparmio per comprare un’auto. Ho anche intenzione di ristrutturare il mio appartamento.

Il sentire comune? La necessità di evitare il panico a tutti i costi.

Convivendo con questa minaccia, ho capito che è importante andare avanti con la tua vita qui e ora, prendendola un giorno alla volta.

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Fonte: BBC

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