“I cittadini dell’Ue sono venuti in Svezia per chiedere l’elemosina, portando a un aumento della criminalità”. Non sono i nostri leader politici a dirlo, ma quelli svedesi. Confermandoci che, sì, spira un vento di estrema destra che non ci piace
Che il raggio dei cosiddetti “Paesi sicuri” in realtà alla fine sia circoscritto ai soli confini nazionali è un’intuizione tutt’altro che vaga. È la trumpiana insinuazione costante che solo all’interno di una nazione, chiudendo frontiere (in che modo?), alzando muri, dividere biblicamente i mari, si possa stare tranquilli, in un Truman Show in cui la vita è un set cinematografico.
Non è roba della sola classe politica italiana, eh. Non diciamo nulla di nuovo, ma né siamo in sede giusta per farlo, se consideriamo questo umore comune a gran parte della fetta politica mondiale che guarda a destra. Estrema destra, generalmente xenofoba.
È un po’ questo il fondo su cui si basa l’ultima proposta del Governo di centrodestra della Svezia che ha annunciato la formazione di una commissione incaricata di redigere un rapporto per indicare come introdurre un divieto nazionale di accattonaggio, da presentare entro giugno dell’anno prossimo (nazionale perché già ad oggi le città svedesi possono già vietare l’accattonaggio in alcuni luoghi specifici).
I proponenti, soprattutto il partito di estrema destra Democratici Svedesi (Sd) che sostiene esternamente il Governo, tra l’altro, fanno riferimento a un generico quanto inquietante “cittadini dell’Ue”:
Nei primi anni del 2010, i cittadini dell’Ue hanno iniziato a venire in Svezia in misura maggiore rispetto a prima, tra le altre cose, per chiedere l’elemosina – dice Linda Lindberg, capogruppo al Riksdag del partito di estrema destra. Questo avrebbe portato a “conseguenze negative sia per gli individui che per la società”, incluso un presunto aumento della criminalità.
La proposta, per fortuna almeno per ora, non ha ricevuto l’approvazione di tutta la coalizione al Governo, così come si discostano i partiti di opposizione.
Secondo Aida Samani, responsabile giuridica dell’ONG Civil Rights Defenders, organizzazione che probabilmente valuterà se presentare un ricorso contro il divieto, questa proposta del Governo è segno di un orientamento verso “politiche più oppressive” su diritti umani e migrazione. D’altronde, già la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva già stabilito che le sanzioni contro le persone che chiedono l’elemosina sono in violazione dei diritti sanciti nella Convenzione europea (CEDU), ratificata tra l’altro dalla Svezia.
Un inutile tentativo di spostare il problema rendendo illegale la povertà, dicono infine dalla cristiana Stockholms Stadsmission.
Ci dovrebbe sembrare chiaro, sul finire del 2024, che ovunque servirebbero piuttosto interventi strutturali per ridurre la povertà e le discriminazioni.
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