Blobby esplora un tema molto delicato e sempre attuale: la solitudine in cui si trovano a vivere molti anziani, soprattutto durante le feste
Diretto da Laura Stewart nel 2014, il cortometraggio intitolato Blobby non sembra aver perso nulla della sua aura. A distanza di quasi dieci anni, il film, che mette in luce un fenomeno purtroppo spesso ignorato ovvero la solitudine di alcune persone anziane, è infatti ancora molto attuale.
Il filmato di due minuti è tornato virale perché è proprio questo il momento in cui i nonni si sentono più soli e c’è una ragione: l’arrivo delle feste di fine anno. Considerate un’occasione in cui la famiglia si riunisce, questi eventi possono diventare dolorosi per alcuni anziani che le trascorrono da soli.
E non solo le feste: spesso si trovano a dover vivere in solitudine anche il resto dei giorni con i figli – sempre se ne hanno – che sono troppo presi dalle loro faccende quotidiane, dagli impegni, dalla vita frenetica e a volte abitano molto distanti da loro.
Un “blob” frutto della sua immaginazione
Questo tema viene brillantemente evidenziato in questo cortometraggio, che vede protagonista un anziano che vive con un “blob”, una creatura muta. Non avendo nessuno e ritrovandoselo sempre al proprio fianco piano piano finisce per piacergli e si affeziona a lui.
Ad un certo punto condivide persino un momento piacevole in sua compagnia. Tuttavia la storia non ha lieto fine. Sebbene infatti la figura di questo “blob” sia destinata a stimolare e animare la vita quotidiana del nonno, alla fine scompare.
Diventa così chiaro che non era nient’altro che il riflesso della sua solitudine ed era il frutto dell’immaginazione del protagonista per superare il senso di vuoto e di lontananza dagli affetti che si trova ad affrontare ogni giorno.
Un cortometraggio dunque su cui riflettere a lungo per evitare di lasciare soli i nostri anziani e fare di tutto per stare loro vicini prima che il tempo ce li porti via e sia troppo tardi per potersi ravvedere, ma ce ne si possa solo pentire.
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