E' caos in molte carceri italiane, dove lo stop ai colloqui ha acceso alcune rivolte da ieri da Nord a Sud. A Foggia evasi 20 detenuti
Anche le carceri italiane sono in subbuglio a causa del coronavirus. Da Nord a Sud i detenuti stanno protestando e appiccando incendi per i timori legati al Covid-19 e allo stop ai colloqui coi familiari. E a Foggia in 20 sono evasi e hanno tentato di fuggire rubando le auto presenti nella zona. In tutto sono 6 le vittime.
Da Rebibbia, a Roma, al Pagliarelli a Palermo, passando per San Vittore, Poggioreale e Foggia. Tra contagi e conteggi, anche i detenuti di tutta Italia si fanno sentire accendendo vere e proprie rivolte. Nel momento in cui vi scriviamo sono 27 le carceri in subbuglio e 6 i morti registrati.
Lo stop ai colloqui incendia le carceri
Le proteste sono partite ieri in Emilia, Campania, Sicilia, Lazio e Lombardia. Qui, nel carcere di Pavia, sono stati sequestrati anche due agenti. All’origine del caos la sospensione dei colloqui con i familiari ma anche la paura del contagio e le condizioni in cui vivono i detenuti.
A San Vittore e Rebibbia sono stati incendiati alcuni materassi e sono state prese d’assalto anche le infermerie. Le proteste hanno poi raggiunto Salerno, Modena, Napoli e Frosinone.
A San Vittore alcuni detenuti sono saliti sul tetto.
A Poggioreale, a Napoli, i detenuti, insieme ai familiari presenti all’esterno del carcere hanno chiesto indulto, amnistia o arresti domiciliari. Bloccato anche il passaggio dei tram.
E ci sono delle vittime, anche se probabilmente non riconducibili direttamente alla rivolta. Saranno necessari altri accertamenti ma i morti sono 6, tutti provenienti dal carcere di Modena: tre nello stesso penitenziario modenese ed altri tre dopo i trasferimenti in altre strutture carcerarie: a Parma, Alessandria e Verona. Secondo le prime ricostruzioni, tra le cause dei decessi vi sarebbero l’abuso di sostanze oppioidi e di benzodiazepine, mentre una delle vittime è stata rinvenuta cianotica, ma sono in corso le indagini.
Dura la risposta del sindacato della polizia penitenziaria:
“Da due giorni assistiamo, con preoccupazione, a crescenti episodi di violenza in diverse carceri del Paese, una situazione che stiamo costantemente monitorando attraverso le nostre strutture regionali sul territorio. La frangia più violenta dei detenuti di alcuni penitenziari – tra i quali Salerno, Poggioreale, Modena, Frosinone, Opera -, spalleggiati all’esterno da movimenti di solidarietà costituiti da loro familiari, sta strumentalizzando alcune decisioni assunte dal Governo per fronteggiare l’emergenza “coronavirus” (prese a tutela dei detenuti stessi, dei loro familiari e di chiunque in carcere lavori) per distruggere e rendere inutilizzabili celle e interi Reparti detentivi, anche sollecitando provvedimenti straordinari clemenziali” spiega il Sappe.
Il Sindacato chiede l’aiuto dello stato sia per frenare le azioni violente. Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE ha detto:
“Rinnovo il mio appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di dare uomini e mezzi idonei al Corpo di Polizia Penitenziaria per fronteggiare questa violenza incontrollata che sta caratterizzando diverse carceri italiane in queste ore”.
Evasione di massa a Foggia
Dal carcere di Foggia questa mattina sono scappate 20 persone scatenando la paura nella zona di Villaggio Artigiani. Diversi detenuti hanno cercato di rubare delle auto per fuggire. Tanta la paura per i residenti e i negozianti, che hanno abbassato le saracinesche.
La situazione è davvero difficile. A Palermo questa mattina è scoppiato il panico per la presenza di carri armati dell’esercito. La presenza dei mezzi militari ha spaventato la preoccupazione, divisa tra le preoccupazioni per l’emergenza coronavirus e le proteste alle carceri della città. In realtà, i mezzi militari stavano rientrando da un’esercitazione.
Al carcere dell’Ucciardone però è stato necessario anche l’intervento dell’esercito per sedare le rivolte.
Una situazione di caos generale che non fa che esasperare gli animi e aumentare la paura tra la popolazione.
Fonti di riferimento: Ansa, Sappe
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