Il Brasile, purtroppo, nasconde un lato oscuro e tagliente che non dobbiamo dimenticare. Ora i riflettori sono puntati sui mondiali di calcio, in altre occasioni l’attenzione è puntata sul tipico carnevale brasiliano, ma sono davvero in pochi ad occuparsi della situazione delle popolazioni indigene.
Il Brasile, purtroppo, nasconde un lato oscuro e tagliente che non dobbiamo dimenticare. Ora i riflettori sono puntati sui mondiali di calcio, in altre occasioni l’attenzione è incentrata sul tipico carnevale brasiliano, ma sono davvero in pochi ad occuparsi della situazione delle popolazioni indigene.
Cancellare l’evidenza è molto semplice. Basta promuovere i mondiali di calcio con l’immagine di un nativo sorridente, che accompagna la scritta “Benvenuti alla Coppa di tutto il mondo”, come fanno Fifa e Coca Cola.
Come sappiamo bene, e come ci ricorda Survival International, Coca Cola è coinvolta nel land grabbing, l’accaparramento di terra che porta morte e miseria al popolo indigeno più numeroso del Brasile, i Guaranì. Secondo Survival International, la scelta di un indiano nella pubblicità dei mondiali è quantomeno audace.
Ricordiamo infatti che Coca Cola compra zucchero dal gigante alimentare Bunge, che a propria volta acquista canna da zucchero prodotta nella terra rubata alla tribù dei Guaranì. Il tutto per soddisfare le esigenze di produzione e di vendita di una delle multinazionali più potenti del mondo, sempre impegnata a mascherare i danni causati dai propri prodotti con un’atmosfera di felicità, come vediamo negli onnipresenti spot pubblicitari.
Dietro l’immagine patinata del Brasile promossa in questi giorni si nascondono altri casi di profonda sofferenza, oltre a quello dei Guaranì. Ma il sito della Fifa non fa alcun cenno agli indigeni. La ricchezza del Paese, come spiega Survival International, si basa sullo sfratto delle popolazioni indigene e sul furto delle loro terre, utilizzate per la costruzione degli stadi.
Infine, Governo e proprietari terrieri stanno promuovendo progetti di legge che, se verranno approvati, potrebbero togliere agli indigeni anche le terre e le risorse faticosamente conservate fino ad oggi. È in atto, in cocnlusione, un vero e proprio genocidio dei popoli tribali, una delle emergenze più gravi del nostro tempo, di cui tutti dovrebebro essere a conoscenza.
Clicca qui e scrivi una lettera al Governo brasiliano per difendere le popolazioni indigene.
Fonte foto: survival.it
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