Chi non si è mai trovato a parlare con un bugiardo? Ecco 6 validi modi per smascherarlo al primo colpo
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Fa strane espressioni, si crogiola in un discorsetto che non ha né capo né coda, ti può anche fissare sfacciatamente negli occhi, ma se potesse scapperebbe via. Se è vero che le bugie hanno le gambe corte, è anche vero che è piuttosto semplice smascherare il bugiardo prima ancora che la menzogna si palesi inesorabile dinanzi a voi.
Come? Doveste far caso a determinati atteggiamenti, a frasi esatte, a certe manifestazioni del corpo del mendace interlocutore e da qui non dovreste avere difficoltà. Certo, se poi voi la verità già la sapete, potreste anche farlo cuocere nella sua acqua e divertirvi al momento giusto.
Espressioni facciali
Molti esperti consigliano di prestare attenzione a certe micro-espressioni difficili da nascondere, vere e proprie ridicole contorsioni del viso che non lasciano scampo: per esempio, si può individuare un bugiardo dal rossore che pervade le sue guance, dal momento che l’ansia può indurlo proprio a diventare di fuoco. Ma ci anche altri indicatori: il bugiardo spalanca le narici, si rosicchia le labbra, sbatte le palpebre con maggiore frequenza e respira profondamente, tutte cose che suggeriscono che il cervello sta facendo gli straordinari.
In più, lo stato di agitazione lo induce a sorridere faticosamente, ma lo fa! E qui la scienza ci viene in aiuto: ricordate, infatti, che una persona sincera sorride con tutti i muscoli del viso (con le labbra, con gli occhi, con le sopracciglia…), quando invece un sorriso è falso gli unici muscoli che in attività sono quelli delle labbra.
Il bugiardo cerca una via di fuga
Eh già! Anche se è campione mondiale di fandonie, il bugiardo non vede l’ora di squagliarsela. E il suo corpo non mente. Come rendersene conto? Spesso, senza nemmeno accorgersene, i bugiardi puntano i propri piedi verso una qualche via di uscita. Inoltre, il bugiardo riduce i suoi movimenti al minimo e, spesso, infila le sue mani dietro la schiena come se volesse nascondere qualcosa.
In che modo parla?
Il bugiardo parla poco e si ferma allo stretto necessario, a volte anche giustificandosi su quelle due parole che gli vengono fuori. Per guadagnare tempo, però, cerca di usare molti dettagli (vedi sotto) e ripete la domanda che gli è stata appena formulata proprio come facevamo a scuola quando non sapevamo che dire e parla lentamente per inventarsi una risposta credibile. Poi, appena la bugia se l’è creata a puntino, accelera il discorso e aumenta la velocità del racconto. Intanto, è lì che tiene d’occhio le vostre reazioni per capire se la sua panzana l’avete digerita come verità. È per questo che il bugiardo è anche in grado di fissarvi negli occhi, irrigidendo e mantenendo immobile nel contempo la parte superiore del corpo.
Le parole che usa
Il bugiardo tende a rafforzare le sue affermazioni con frasi fatte del tipo “A dir la verità” o “Sinceramente”.
Inoltre, pare che in genere chi mente tenda a evitare parole di esclusione come “ma”, “né”, “tranne,” perché hanno problemi con i processi di pensiero complesso. Inoltre, sono meno propensi a usare le parole “io”, “me” e “mio”. Nel tentativo di prendere le distanze psicologicamente dai loro racconti, infatti, i bugiardi in pratica tendono a comunicare utilizzando un minor numero di pronomi personali.
Prende le distanze
Per lo stesso principio, il bugiardo tende a prendere le distanze dall’oggetto del discorso. “Chi? Quella donna lì? Non l’ho manco mai guardata!“. E zac!
Utilizza dettagli
Proprio così: chi vi sta raccontando una balla, usa quanti più dettagli gli è possibile, nella errata convinzione di risultare più credibile. Il bugiardo condisce la sua storiella con tantissimi (e inutili) particolari. Quello che ci tocca fare, allora, è essere incalzanti con le domande per portarlo a contraddirsi e a perdere il filo del discorso.
Come dovete comportavi, quindi, se avanti a voi avete un bugiardo? Beh, dipende dai casi. Alcuni esperti ritengono sia utile far raccontare la stessa storia al contrario, partendo cioè dalla fine. Ma a meno che non facciate questo per mestiere e il vostro mito non sia stato per una vita intera il tenente Colombo, è una tecnica che nelle quattro mura di casa ha poca valenza. Nelle liti che possono scoppiare all’interno della coppia o sul luogo di lavoro, quello che potreste fare è magari porre delle domande generiche all’inizio che non implichino un secco “sì” o un secco “no” come risposta e poi fare più domande più specifiche. Ma è un lavoraccio di non poco conto…
In certi casi fidatevi, e forse è meglio, soltanto del vostro sesto senso.
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