Vediamo quali sono le città più vivibili al mondo secondo un rapporto dell’Economist Intelligence Unit. Conferme in vetta, ma anche alcune sorprese con fattori chiavi come pandemia, scioperi e guerre che influiscono sulla classifica
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Secondo un rapporto dell’Economist Intelligence Unit (EIU), Vienna è di nuovo la città migliore in cui vivere a livello globale. Il motivo? Il Global Liveability Index 2023 attribuisce il successo alla capitale austriaca alla sua “combinazione vincente” di stabilità, buona cultura e intrattenimento, infrastrutture affidabili, istruzione e servizi sanitari esemplari.
Non è una novità trovare Vienna in vetta, dato che la città ha occupato il primo posto regolarmente negli ultimi anni. Solo la pandemia di Covid-19 le ha fatto perdere questa posizione. Alle sue spalle è tallonata da Copenaghen che si mantiene la seconda seconda città più vivibile al mondo.
L’indice è in risalita: mai così alto negli ultimi 15 anni
Il terzo e il quarto posto, rispettivamente, se lo sono aggiudicato le città australiane di Sydney e Melbourne che sono entrate nella top five per la prima volta. Secondo la società di ricerche il merito è dovuto al fatto che
hanno visto migliorare i loro punteggi nella categoria dell’assistenza sanitaria rispetto all’anno scorso, quando erano ancora afflitte dalle ondate di Covid che hanno messo a dura prova i loro sistemi sanitari.
Il rapporto annuale valuta 172 città in base alle categorie che definiscono la vivibilità: stabilità, assistenza sanitaria, cultura e ambiente, istruzione e infrastrutture. Secondo l’EIU, l’indice è salito l’anno scorso fino a raggiungere il massimo da 15 anni a questa parte, grazie alla ripresa del mondo dalla pandemia. Il punteggio medio dell’indice è ora di 76,2 su 100, rispetto al 73,2 di un anno fa.
I grandi progressi delle città dell’Asia-Pacifico post pandemia
Altra sorpresa della giornata sono le città dell’Asia-Pacifico che sono quelle che hanno guadagnato di più nella classifica di quest’anno, con otto dei primi 10 posti. Anche in questo caso tale situazione può essere attribuita a “un cambiamento verso la normalità” dopo la pandemia.
In particolare, la neozelandese Wellington è salita di 35 posizioni, raggiungendo il 23° posto, mentre Auckland è salita di 25 posizioni, raggiungendo il 10° posto dell’indice, dopo aver subìto un calo nella classifica l’anno scorso, quando il Covid-19 ha costretto a chiusure intermittenti.
Anche Hong Kong è salita di 13 posizioni nella classifica delle città più vivibili al mondo, raggiungendo il 61° posto. Syetarn Hansakul, analista senior dell’EIU, ha dichiarato a tal proposito:
Hong Kong ha fatto un bel passo avanti. Questo è dovuto alla rimozione delle restrizioni Covid, che ha migliorato enormemente la qualità della vita e la vivibilità di Hong Kong lo scorso anno.
Il resto del mondo si è progressivamente riaperto all’inizio dello scorso anno, ma Hong Kong ha seguito da vicino la dura politica di zero Covid della Cina continentale e ha iniziato ad allentare alcune restrizioni solo alla fine del 2022.
L’EIU ha rilevato inoltre notevoli miglioramenti nei punteggi relativi all’istruzione e all’assistenza sanitaria nelle economie in via di sviluppo dell’Asia e del Medio Oriente.
L’istruzione è emersa più forte, con il ritorno dei bambini a scuola e un onere significativamente ridotto per gli ospedali e i sistemi sanitari.
I punteggi di stabilità sono in calo, a causa di molti disordini civili
Mentre i punteggi relativi all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alle infrastrutture, alla cultura e all’intrattenimento sono migliorati nell’ultimo anno, la stabilità ha registrato un “calo marginale”. Ciò è dovuto ai casi di disordini civili in molte città a causa della crisi del costo della vita e all’aumento dei crimini in alcune città.
In particolare, quelle dell’Europa occidentale sono scivolate nella classifica a causa dell’aumento dei casi di sciopero dei lavoratori, non riuscendo a “eguagliare i guadagni” ottenuti dalle città dell’Asia e del Medio Oriente. Ad esempio, la tedesca Francoforte e l’olandese Amsterdam sono uscite dalla top 10.
I prezzi ancora elevati delle materie prime a livello globale, le continue interruzioni della catena di approvvigionamento, i prezzi elevati dei prodotti alimentari e la debolezza della valuta rispetto al dollaro americano per alcuni Paesi continueranno ad alimentare il malcontento nel 2023.
Le guerre influiscono notevolmente: il caso di Damasco e Kiev
Altro tema centrale sono le guerre, anch’esse con cali in negativo. La città siriana di Damasco, devastata dalla guerra, continua ad essere la città con il punteggio più basso nel sondaggio, con “nessun miglioramento” nei punteggi di vivibilità.
Anche la guerra in Ucraina ha influenzato senza sorpresa la vivibilità di molte città europee, compresa la capitale ucraina Kiev. Secondo l’EIU, la città devastata dalla guerra è rientrata nel sondaggio quest’anno dopo essere stata esclusa nel 2022 a causa dell’invasione russa.
Tuttavia, il suo punteggio è sceso di quasi 6 punti percentuali dal 2021, a causa dei “danni che la guerra ha arrecato alla sua stabilità, alle infrastrutture e alla vivibilità generale” tanto da diventare una delle dieci città più basse nell’indice di vivibilità.
La classifica delle prime 20 città più vivibili
- Vienna (Austria)
- Copenaghen (Danimarca)
- Melbourne (Australia)
- Sydney (Australia)
- Vancouver (Canada)
- Zurigo (Svizzera)
- Calgary (Canada)
- Ginevra (Svizzera)
- Toronto (Canada)
- Osaka (Giappone), Auckland (Nuova Zelanda) – pareggio
E l’Italia in tutto ciò? Purtroppo non c’è traccia di una città del Bel Paese nemmeno tra le prime 20 in classifica.
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Fonte: Economist Intelligence Unit
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