Cimiteri verdi: cosa sono, come funzionano e perché sempre più persone li scelgono per il riposo dopo la morte

Le sepolture tradizionali e la cremazione inquinano il suolo e producono anidride carbonica. Esistono però delle alternative più sostenibili, che stanno prendendo piede soprattutto Oltreoceano

Uno di questi luoghi immensi e silenziosi si chiama Serenity Ridge Natural Burial Cemetery and Arboretum ed è uno dei tanti cimiteri in cui è possibile fare sepolture “verdi”. Siamo negli States e qui, tra boschetti e dolci colline, c’è chi sceglie di fare il riposo eterno nella maniera più sostenibile possibile.

Il motivo? Essere amico dell’ambiente fino alla fine. Già, perché non tutti sanno che la nostra morte, o meglio la nostra sepoltura, ha un enorme impatto ambientale a causa dei materiali non degradabili sotterrati o alle emissioni di carbonio che vengono prodotte con un processo di cremazione.

È da qui che è nata l’idea prima del “compostaggio umano” e poi di “rituali” del tutto simili, in perfetta armonia con Madre Terra.

E qui, a Serenity Ridge per dirne uno, piuttosto che lapidi verticali, le lapidi sono pietre da campo piatte. I terreni sono piantati con fiori selvatici e alberi e arbusti autoctoni e falciati solo occasionalmente, con capre libere di pascolare. È addirittura aperto a escursionisti, birdwatcher e ci sarà un allevamento di cavalli accanto.

L’idea è quella di non pensarlo come un cimitero, spiega Howard Berg, proprietario e direttore di Serenity Ridge. Altro non è che una riserva naturale dove le persone sono sepolte.

Le sepolture verdi

Sepolture più semplici e più verdi erano lo standard americano fino alla guerra civile, quando molti soldati venivano imbalsamati in modo che i loro corpi potessero essere riportati a casa. L’imbalsamazione del presidente Abraham Lincoln ha poi reso la procedura “alla moda” e nel secolo successivo l’imbalsamazione, i lussuosi cofanetti e le fodere delle volte sono diventati standard.

sepolture verdi

©Astrid Riecken per The Washington Post

Oggi, secondo la National Funeral Directors Association (NFDA), il 57% delle persone negli Stati Uniti sceglie la cremazione, seguito dal 37% che opta per una sepoltura tradizionale.

Ma sono, quelle, tutte “tecniche” dai grossi svantaggi ambientali: l’imbalsamazione rallenta sì la decomposizione del corpo ma, dopo la sepoltura, le sostanze chimiche usate percolano nel terreno. Di contro, la produzione delle bare richiede enormi quantità di legno e metallo e spesso sono costruite in cemento nel terreno per proteggerle. Anche la cremazione ha bisogno di molto carburante e genera milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno.

Ma ora, sempre se econdo un rapporto NFDA dell’anno scorso, almeno negli States 3 persone su 5 hanno espresso interesse proprio nelle sepolture verdi, che prevedono l’utilizzo di materiali non tossici e biodegradabili (il deceduto viene avvolto in una sorta di sudario in cotone 100% e sepolto in una semplice cassa di pino), tanto che negli Stati Unit quasi tutti i cimiteri hanno un’area riservata alle sepolture verdi o “naturali”.

In alcuni cimiteri le sepolture sono contrassegnate mediante GPS e con una pietra naturale, altrimenti, l’area viene lasciata allo stato selvatico, finendo così per assomigliare molto meno a un cimitero e molto più a una riserva naturale piena di vita, spiega Ed Bixby, presidente del Green Burial Council (GBC).

Una buona, poetica, romantica, soluzione, insomma, per combattere l’inquinamento del dopo morte.

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Fonti : Washington Post / NFDA

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