Chiusi Fuori: l’associazione fondata da ex detenuti che con progetti green si occupa del loro reinserimento nella società

Gianfranco Marcelli è rinato dopo l’uscita dal carcere e con la sua associazione spera di poter fare altrettanto per altri ex detenuti

La storia di Chiusi Fuori è degna di un racconto: il suo fondatore Gianfranco Marcelli ha trascorso sei anni alla Casa Circondariale di Bologna “Dozza”, dal 2006 al 2012. Dopo il suo rilascio aveva un sogno. Voleva creare un progetto che potesse aiutare altre persone a riformarsi e a ripensare la propria vita.

Una volta fuori, sperava di poter fare qualcosa di utile. Tornare a Roma gli era impossibile in quanto era certo che sarebbe finito di nuovo nel giro delle rapine. Uno scenario che lui voleva evitare ad ogni costo. Così, dopo il carcere, Marcelli ha lavorato per la Felsinea Ristorazione alla Ima di Ozzano, in mensa.

Col tempo, però, ha scoperto di avere altre capacità, sviluppate anche durante i suoi anni di detenzione in cui ha aiutato altri detenuti a scrivere istanze per ottenere la libertà. Con il desiderio di affrontare la vita con un’ottica di “autogestione” e volendo rispondere alle lacune che ha riscontrato in tanti suoi compagni di detenzione, Marcelli ha fondato Chiusi Fuori.

Gli obiettivi di Chiusi Fuori

L’associazione è nata grazie all’aiuto dell’avvocata Chiara Rizzo e di altri tre amici conosciuti durante il periodo in carcere. L’obiettivo di Chiusi Fuori è eliminare le sbarre invisibili che la società crea intorno a chi ha scontato la propria pena.

Per questo si impegna concretamente per favorire l’integrazione sociale e l’accesso al mondo del lavoro di tutti coloro i quali sono fuoriusciti dal regime carcerario, in via definitiva o per effetto di misure alternative e dei loro familiari.

Allo stesso tempo l’associazione punta a far comprendere come la detenzione debba diventare una misura di repressione e prevenzione del crimine e di rieducazione degli individui. Per questo cerca di favorirne il reinserimento sociale e scongiurare possibili recidive, attraverso laboratori di pasticceria, sartoria sociale e disegno.

I progetti dell’associazione

Da quando è uscito dal carcere, quindi, la vita di Marcelli è cambiata ed è iniziato il suo percorso di riscatto e impegno a migliorare la comunità. Da dieci anni con Chiusi Fuori si occupa anche della pulizia delle strade, di rimuovere le scritte che imbrattano e deturpano i portici di Bologna e di curare il verde del giardino di San Leonardo.

Poi il progetto della ciclofficina, con cui si occupa del restauro di vecchie biciclette fornite dal Comune di Bologna e di servizi di riparazione a buon mercato. Come per Marcelli la libertà è stata una nuova vita, questa iniziativa punta a fare lo stesso con bici non più nuove a cui dare una seconda possibilità.

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Fonte: Chiusi Fuori

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