“Preferisco registrarmi da viva”: lo sfogo di Chiara Balistreri, il suo ex che la picchiava e la minaccia è scappato dai domiciliari

Chiara Balistreri vive da due anni e mezzo nell’angoscia che il suo ex, che la picchiava, possa rendere concrete le minacce di fargliela pagare e ucciderla per averlo denunciato. Ora è di nuovo libero, dopo essere fuggito dagli arresti domiciliari, l’unica pena che la giustizia è stata in grado di infliggergli

Chiara Balistreri, una giovane donna di Bologna, si trova nuovamente in una situazione di pericolo dopo aver denunciato il suo ex compagno Gabriel per violenze domestiche e minacce di morte. Dopo due anni e mezzo di latitanza all’estero, Gabriel è stato arrestato lo scorso 26 ottobre grazie a una telefonata anonima.

Tuttavia, nonostante la gravità dei crimini commessi, è stato posto agli arresti domiciliari invece di finire in carcere. Da qui è riuscito a fuggire di nuovo, lasciando Chiara spaventata e amareggiata anche perché le violenze durante questi due anni e mezzo non sono mai finite.

Gabriel non ha infatti mai smesso di tormentare Chiara con minacce inquietanti, promettendo di vendicarsi per essere stato denunciato. Chiara ha deciso di condividere pubblicamente la sua storia su TikTok dove il suo ultimo video è diventato virale ed è finito all’attenzione di media e giornali. Nel filmato ha spiegato:

Non ha mai smesso con le minacce, non ha mai smesso di dire che sarebbe ritornato a bruciarmi con l’acido, ad uccidermi, a farmela pagare per averlo denunciato.

“Mi domando perché in Italia bisogna aspettare la tragedia prima di fare qualcosa”

Dopo l’arresto, invece di sentirsi finalmente al sicuro, ha appreso con incredulità che Gabriel avrebbe scontato la pena agli arresti domiciliari, proprio in quella casa in cui le aveva già fatto del male, rompendole il naso e tentando di ucciderla. Ora, dopo la sua seconda fuga, Chiara sente che la sua vita è in grave pericolo.

Con rammarico e rabbia, ha usato i social media per denunciare la situazione e per esprimere il suo sconforto verso un sistema giudiziario che, a suo parere, non riesce a garantire protezione alle vittime di violenza.

Dirvi che sono amareggiata, inc*****a, delusa, spaventata è dir poco. Preferisco dare la mia testimonianza e parlarne ora e preferisco registrarmi da viva prima che diventi l’ennesimo caso di femminicidio. Vorrei ringraziare il giudice che ha dato la possibilità a Gabriel di ritornare a casa sua, di farlo scappare per la seconda volta dopo che si è dichiarato latitante per due anni e mezzo. Mi chiedo anche se quel giudice avrebbe dato la stessa pena a Gabriel e avrebbe usato lo stesso metro di misura se io fossi stata sua figlia.

Dopo la pubblicazione di questo video, la sua storia è stata trattata in diversi programmi tv, ma questo a Chiara non basta. Nonostante la visibilità ottenuta, infatti, continua a temere che l’intervento della giustizia possa arrivare troppo tardi e riflette amaramente:

Mi domando perché in Italia bisogna aspettare la tragedia prima di fare qualcosa.

Un appello, il suo, che non può rimanere inascoltato. Per lei e per tutte le donne che come lei hanno subìto violenze. Non possiamo permettere che la sua storia – come quelle di tante altre – diventi un altro caso di femminicidio perché la giustizia non si è resa conto che era tempo di intervenire.

E intervenire non in maniera blanda, con semplici allontanamenti o – come fatto per l’aguzzino di Chiara – con banali arresti domiciliari da cui, come si è visto, è possibile fuggire senza troppi problemi. Intervenire con forza e decisione affinché le donne sentano che trovare la forza di denunciare è la cosa giusta, senza temere che la loro denuncia cada nel vuoto o, peggio ancora, si ripercuota ancora di più su di loro. È tempo di dire basta e spezzare questa scia di sangue e violenza inaudita.

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