Censura a scuola: perché spariscono i libri che parlano di razzismo e diritti civili nelle biblioteche scolastiche della Florida

Le scuole della Florida affrontano un'ondata di censura senza precedenti: oltre 700 libri banditi, tra classici e opere contemporanee, sotto nuove leggi. Le ripercussioni colpiscono istruzione, cultura e diritti civili

La Florida si trova al centro di un acceso dibattito culturale e politico, con la rimozione di oltre 700 libri dagli scaffali delle scuole. La lista, dove compaiono anche best seller come il romanzo distopico di Margaret Atwood, “Il racconto dell’ancella”, “L’ombra dello scorpione” di Stephen King o “Fight Club” di Chuck Palahniuk, riflette l’impatto di nuove leggi statali che mirano a regolamentare i contenuti nelle biblioteche scolastiche.

La controversia ruota attorno alla legge HB 1069, approvata nel luglio 2023, che consente ai genitori e ai cittadini di contestare qualsiasi materiale considerato “pornografico” o “inappropriato”. Se da una parte il governo statale sostiene di proteggere i minori, dall’altra critici e associazioni denunciano un clima di censura che minaccia la diversità culturale e il diritto all’istruzione.

Il contesto

Secondo il Dipartimento dell’Istruzione della Florida, la legge HB 1069 obbliga le scuole a rimuovere materiali controversi, rispondendo a richieste di genitori preoccupati per i contenuti considerati inadeguati. Il portavoce del Dipartimento, Sydney Booker, ha dichiarato: “Non ci sono stati divieti di libri in Florida. La nostra priorità è eliminare materiali esplicitamente sessuali dalle scuole“.

Tuttavia, l’elenco dei libri rimossi racconta una storia diversa: non solo opere a tema sessuale, ma anche testi che affrontano tematiche come razzismo, identità di genere e storia afroamericana. Tra i titoli spiccano “Il giovane Holden” di J.D. Salinger e “Io so perché canta l’uccello in gabbia” di Maya Angelou, che racconta la vita di una bambina nera nell’America razzista degli anni ’30.

Secondo il rapporto ufficiale, i materiali sono stati rimossi o interrotti dai distretti scolastici in risposta a obiezioni sollevate da genitori di studenti o da residenti della contea in cui si trova il distretto scolastico. Il rapporto include il titolo e l’autore del materiale, il livello scolastico dove il materiale è stato rimosso, nonché il distretto scolastico che ha interrotto o rimosso il materiale. Come richiesto dalla Sezione 1006.28(2)(e) degli Statuti della Florida, il Dipartimento dell’Istruzione della Florida è obbligato a raccogliere queste informazioni e fornire il rapporto ai distretti scolastici per la loro valutazione nella selezione dei materiali didattici per gli studenti per l’anno scolastico 2023-2024.

Le voci della critica: “Una censura senza precedenti”

Gruppi come il Florida Freedom to Read Project hanno denunciato un aumento senza precedenti della censura scolastica. In una dichiarazione, il gruppo ha sottolineato: “Crediamo in un processo equo e pubblico, non in una censura distrettuale ispirata da leggi vaghe e da elenchi di ‘libri cattivi’ come questo”.

Secondo Hirokazu Yoshikawa, professore alla New York University e coautore di uno studio sugli effetti delle politiche censorie, il fenomeno ha ripercussioni su tutta la comunità scolastica. “Queste restrizioni infliggono danni collettivi, limitando l’accesso a opportunità di apprendimento e creando un clima di paura e stress per studenti e insegnanti“, ha dichiarato.

Le conseguenze sugli studenti

Lo studio condotto dalla New York University ha intervistato oltre 80 insegnanti, studenti e genitori, rivelando un “effetto limitazione”: una tendenza a evitare discussioni su temi sensibili per paura di ripercussioni legali o sociali.

Ad esempio, l’uso di pronomi preferiti e la condivisione di informazioni personali relative all’identità di genere sono diminuiti drasticamente. Questo fenomeno, secondo i ricercatori, può influire negativamente sulla salute mentale degli studenti, privandoli di un ambiente scolastico sicuro e inclusivo.

Un danno culturale ed educativo

Molti insegnanti lamentano l’impoverimento dei programmi scolastici. Opere che affrontano temi cruciali come il razzismo, l’immigrazione o i diritti civili vengono eliminate, privando gli studenti di strumenti fondamentali per comprendere la complessità del mondo moderno.

Yoshikawa sottolinea: “Mentre le politiche educative dovrebbero ampliare le opportunità di apprendimento, queste misure le stanno riducendo, colpendo tutti gli studenti, non solo i gruppi presi di mira”.

“Questa non è solo una battaglia per i libri”, afferma Yoshikawa. “È una battaglia per il futuro dell’educazione e della democrazia negli Stati Uniti”.

L’evoluzione di questa controversia potrebbe definire il panorama educativo americano nei prossimi anni, sollevando una domanda fondamentale: chi ha il diritto di decidere cosa è giusto o sbagliato leggere?

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