Rosita Cipolla Dopo aver ferito una donna, impallinandola davanti alla sua abitazione, se l'è data a gambe mentre la vittima urlava di dolore. Non chiamiamoli "banali incidenti", la scia di sangue provocata dai cacciatori non è ammissibile, l'attività venatoria rappresente un problema di pubblica sicurezza, oltre che una crudeltà
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Impallinata da un cacciatore mentre si trovava proprio davanti a casa sua: protagonista dell’assurda vicenda – risalente a qualche giorno fa – una donna di 54 anni, che vive a Rustega di Camposampiero, in provincia di Padova. Dopo aver udito i primi spari, la malcapitata era uscita dalla propria abitazione per mettere al sicuro i suoi gattini, visto che negli scorsi anni i cacciatori gliene hanno uccisi ben tre; ma è stata improvvisamente raggiunta da un pallino al gluteo sinistro. A sparare un uomo che si trovava a un centinaio di metri di distanza.
Mi sono messa a urlare per il dolore –ha raccontato la signora ai microfoni de Il Gazzettino –, richiamando la sua attenzione, ma lui prima mi ha deriso e poi è scappato per i campi assieme a un’altra persona. Entrambi erano irriconoscibili. Ho chiamato immediatamente i carabinieri e una pattuglia della stazione di Piombino Dese è arrivata sul posto dopo più di un’ora, quando i due cacciatori si erano ormai allontanati.
Non ho fatto denuncia perché alcuni amici mi hanno sconsigliata nell’intraprendere questa strada, ma provo tanta amarezza per quello che mi è successo e che potrebbe capitare a chiunque.
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Cacciatori sempre più tutelati in Italia (mentre si allunga la scia di sangue)
Quanto capitato alla signora di Rustega di Camposampiero è soltanto uno di una lunga scia di “incidenti” (in cui esseri umani hanno perso la vita) provocati da cacciatori, che agiscono senza scrupoli, mettendo a rischio l’incolumità delle persone, oltre che facendo strage di animali selvatici. Qualche settimana fa a finire nel mirino dei cacciatori era stata una bambina toscana di appena 3 anni, ricoverata in ospedale dopo essere stata colpita sul volto da pallini da caccia.
Come sottolineato dall’associazione LAV (Lega Anti Vivisezione) in riferimento all’episodio più recente avvenuto nel Padovano, appare evidente la violazione da parte dell’uomo della distanza minima di 150 metri che la legge impone di mantenere quando si spara in direzione di edifici, altrimenti il pallino non avrebbe avuto la forza di ferire così qualcuno.
“La dinamica di quanto accaduto non può certo essere ricondotta a un banale incidente – dichiara Massimo Vitturi, Responsabile LAV, Animali Selvatici – i cacciatori sono oramai dei pericoli pubblici, resi ancora più arroganti perché sostenuti dal Governo nazionale che proprio in queste ore sta demolendo la legge sulla caccia per lasciare ancora più mano libera alla passione sanguinaria dei cacciatori.”
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L’approvazione dell’emendamento “caccia selvaggia” inserito nella Legge di bilancio dello scorso anno è stato un vero e proprio regalo a quanti praticano l’attività venatoria, che adesso possono entrare anche nelle aree urbane e nei parchi (spesso frequentati anche da bambini), con tutti i rischi che ne conseguono.
“I cacciatori agiscono indisturbati sul territorio sentendosi padroni anche a casa d’altri, certi dell’impunità garantita da controlli praticamente inesistenti, affidati nella stragrande maggioranza dei casi agli stessi cacciatori travestiti da guardie venatorie volontarie” denuncia la LAV. I motivi per abolire una volta per tutte la caccia sono ormai palesi, anche se tanti continuano a ignorarli.
Davvero vogliamo ancora sostenere che sia un’attività sportiva da promuovere e tutelare? Lo sport non dovrebbe uccidere o far male a nessuno.
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Fonte: LAV
