Dietro la perdita di autostima e i disturbi alimentari che affliggono le generazioni più giovani si possono nascondere episodi di bullismo e cyberbullismo. 6 giovani italiani su 10 sperimentano questa forma di violenza sulla loro pelle, ma le loro grida d'aiuto e malesseri vengono ignorati da adulti poco attenti...
Frequentare la scuola per tanti adolescenti diventa fonte di angoscia. E non per paura dei compiti in classe o delle interrogazioni, quanto a causa di un fenomeno di cui spesso sono all’oscuro sia i genitori che gli insegnanti. Stiamo parlando del bullismo, che rappresenta la terza minaccia più temuta dalle giovani generazioni, dopo la violenza sessuale e la droga.
Il report 2024 dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e ScuolaZoo, pubblicato in vista della Giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo (che ricorre il 7 febbraio), ci sbatte in faccia un quadro allarmante: su un campione di 4000 ragazze e ragazzi italiani intervistati, di età compresa fra i 14 ei i 26 anni, il 65% dei giovani ha ammesso di essere stato vittima di violenza; fra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo.
A essere maggiormente prese di mira sono le ragazze, dato che il 70% ha raccontato di aver subito una violenza, sia fisica che psicologica, e le persone non binarie; in quest’ultimo caso la percentuale sale addirittura all’83%, mentre gli episodi fra i maschi si aggirano attorno al 56% tra i maschi.
Il bullismo tradizionale riguarda, invece, principalmente i ragazzi (nel 68% dei casi), mentre la percentuale scende al 60% fra le adolescenti. La situazione si inverte quando si parla di cyberbullismo: questo fenomeno colpisce prevalentemente le ragazze (21%) e leggermente meno i maschi (16%). Fra gli atti di violenza più segnalati dalle ragazze spicca il catcalling, ovvero commenti di carattere sessuale non graditi ricevuti da estranei in luoghi pubblici, al 61% (per i maschi solo al 6%, in generale al 40%) e le molestie sessuali al 30% (al 7 per i maschi, 23% in generale).
Mentre tutte le tipologie segnano percentuali più alte tra chi si definisce non binario: violenze psicologiche o verbali e bullismo (80%), Cat calling (66%), molestie sessuali (36%), cyberbullismo (27%).
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Perché i giovani vengono presi di mira dai bulli e gli effetti deleteri
I giovani vengono offesi, aggrediti e discriminati principalmente per:
- l’aspetto fisico (79%)
- l’orientamento sessuale (15%)
- la condizione economica (11%)
- l’origine etnica e geografica (10.5%)
- l’identità di genere (9%)
- la disabilità (5%)
- la religione (4%)
Le conseguenze sui soggetti di queste violenze sono diverse e pesanti. La prima è la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, riscontrata dal 75% dei giovani. – si legge nel report Osservatorio indifesa – In un contesto in cui la salute mentale dei ragazzi è sempre più a rischio, appare preoccupante che il 47% affermi di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico come prodotto di queste violenze tra pari e che il 45% segnali isolamento e allontanamento dai coetanei.
Gli altri effetti negativi sono: difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%). Tra le violenze fisiche, di cui è stato testimone il 46.5% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni (68%) e gli scherzi pesanti (63%).
Quando il web fa paura
La scuola è indubbiamente il luogo in cui si verificano con più frequenza gli episodi di bullismo. Ma per tanti adolescenti l’incubo continua anche online. Il web, infatti, è considerato dal 39% degli adolescenti uno spazio in cui è probabile essere vittime di violenze di vario tipo.
Se si prendono in considerazione le risposte delle ragazze, Internet scende al terzo posto (36%) superato dalla strada (41%); si piazza al quarto posto (36%) tra chi si definisce non binario, superato oltre che dalla strada anche dalla famiglia (entrambe al 44%).
Il rischio maggiore in cui si può incorrere online, per il 56% dei ragazzi, è il cyberbullismo. A seguire troviamo il revenge porn (45%), il furto d’identità, la perdita della privacy (35%), l’adescamento da parte di estranei (35%), le molestie (30%), l’alienazione dalla vita reale (25%), lo stalking (23%), la solitudine (9%) e il sentirsi emarginati (6%). Meno dell’1% ritiene invece che sul web non si corrano rischi.
La Gen Z ne è sempre più consapevole: il web è un luogo pieno di insidie su cui andrebbe esercitato maggiore controllo per tutelarli. E lo dimostrano le loro risposte. Per prevenire la violenza che passa dalla rete, per 6 ragazzi su 10, sarebbe utile una regolamentazione più adeguata, mentre solo l’8% vedrebbe, invece, un rischio per la propria libertà personale nell’introduzione di misure più stringenti. Infine, il 30% degli adolescenti pensa che nuove regole online non porterebbero ad cambiamento in termini di protezione.
Alla luce di questi dati appare evidente che i nostri giovani hanno bisogno di sostegno e tutele. Fenomeni ccome il bullismo e il cyberbullismo stanno compromettendo la loro salute mentale e indebolendo la loro autostima, con conseguenze a lungo termine, fra cui disturbi alimentari e depressione. Non possiamo più ignorare il loro grido d’aiuto.
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Fonte: Osservatorio Indifesa Terres des Hommes
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