Blanco, durante un concerto a Milano, ha subito una violenza da parte di una fan: la ragazza ha toccato le sue parti intime. Giornali e utenti del web hanno minimizzato l'accaduto, probabilmente perché credono che la violenza subita dagli uomini non sia violenza.
Dopo che è diventato virale il video in cui una fan di Blanco gli tocca le parti intime, ho potuto constatare una cosa: c’è (ancora) una profonda ignoranza sul tema della violenza. Parto da una premessa: i più pensano che non si tratti di violenza. Detto questo, sono due le cose che mi hanno colpito e lasciato interdetto: il modo in cui i giornali e le pagine web hanno dato la notizia e il modo in cui gli utenti l’hanno accolta.
Ma andiamo con ordine. I maggiori magazine e le pagine social più seguite titolano così: “Presunte molestie a Blanco”, “Scoppia la polemica social”, “Indignazione sui social”. Quindi, una violenza, di cui peraltro c’è una testimonianza video, è una “presunta” molestia, se non addirittura una polemica social. Insomma, qualcosa per cui si è scatenata la solita macchina dell’indignazione (ipocrita e inutile, sottinteso) del web. Niente di serio, è solo una cosa supposta, ingigantita, che fa rumore e piace ai perbenisti. Tutto questo perché si crede, erroneamente, che – se la vittima di una violenza è un uomo – il fatto sia meno grave, anzi, addirittura che non si tratti affatto di violenza.
Ma veniamo al secondo punto: i commenti sul web. Ho letto di tutto: «Blanco è sempre nudo, è normale», «Uno che canta quelle canzoni è il minimo che venga toccato» (in riferimento al brano Notti in bianco, in cui dice «A te la notte ti piaceva scopare»), «Se ti avvicini al pubblico, lo sai che può succedere, evita di andartela a cercare», «Si sarebbe potuto spostare, evidentemente gli è piaciuto».
No, l’abbigliamento di una persona (sia essa uomo o donna), non giustifica mai una violenza. No, il fatto che un artista parli di sesso in un brano non giustifica le mani addosso (senza consenso) da parte di nessuno. No, nessuno va a cercarsi una violenza. E no, non si sarebbe potuto spostare, perché era in bilico su una transenna, con una mano occupata dal microfono mentre l’altra era tenuta dai fan.
E se fosse successo a una donna? Se, ad esempio, al posto di Blanco ci fosse stata Elodie, i giornali avrebbero parlato di “presunte molestie” di fronte all’evidenza di un video? No. Mentre temo, purtroppo, che la gente avrebbe reagito allo stesso modo, dando la colpa a lei e sottovalutando quanto accaduto. Ecco, finché non capiremo che, di fronte a una violenza, la colpa non è mai della vittima, non faremo passi avanti. Se, di fronte a una violenza subita da un uomo, continueremo a sottovalutare il fatto perché «a chi non piace una donna che ti tocca?», non faremo passi avanti.
So bene che il fatto di utilizzare i termini nella loro accezione più precisa faccia storcere il naso a più di qualcuno, ma – spiacente – quella subita da Blanco non è una molestia, non è una goliardata, non è una polemica social. È una violenza, questo è il suo nome, e come tale va trattata. Sminuire, ridacchiare, fare ironia non solo è del tutto fuori luogo, ma anche pericoloso: significa farsi complici della tipa che ha pensato fosse normale, giusto e legittimo mettere le mani in mezzo alle gambe di Blanco. No, non lo è affatto.