Si tratta in realtà del richiamo di una precedente nota del ministero del 2007. Ad essa compare allegata una relazione della Commissione del Senato che nelle conclusioni sollecita Parlamento e Governo a "vietare l’accesso degli smartphone nelle classi". La nuova nota servirà soprattutto a quelle scuole che ancora non hanno un apposito protocollo
Stop ai cellulari in classe? Certo che sì, ma nulla di nuovo sotto al sole. Insomma, nelle scorse ore è stata diffusa negli istituti italiani una circolare, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con le indicazioni per l’uso dei telefoni cellulari e di dispositivi elettronici nelle classi. Sanzioni disciplinari? Assolutamente no.
Quel che fa il comunicato stampa del dicastero è semplicemente confermare il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, “trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza“.
L’impianto della circolare è, in buona sostanza, la direttiva del 2007 dell’allora ministro dell’Istruzione Fioroni che già affrontò l’argomento. Il nuovo documento, d’altro canto, lancia un piccolo amo ai ragazzi ammettendo l’uso dei dispositivi per “finalità didattiche, inclusive e formative”, ovviamente su richiesta dei docenti, ereditando, in questo caso, un pezzo del “Decalogo” emanato nel 2018 dalla ministra Fedeli.
Zero sanzioni
Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi. L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”. I rischi per la salute dei ragazzi che possono derivare dall’uso perdurante dei cellulari sono evidenziati dalla relazione finale, diffusa in allegato alla circolare, dell’indagine conoscitiva realizzata nella scorsa legislatura dalla 7ª Commissione del Senato “Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento,
L’interesse comune che intendo perseguire – aggiunge il ministro – è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”. La scuola, sottolinea Valditara, “deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini.
Dunque dovranno essere le scuole ora a definire come applicare queste direttive, punizioni comprese, attraverso i singoli regolamenti d’istituto e patti di corresponsabilità scuola famiglia. Già da tempo tanti istituti si sono organizzati in autonomia per limitare l’uso degli smartphone tra i banchi.
Ne parlammo per esempio qui: Preside di una scuola bolognese vieta i cellulari in classe: “un regalo di libertà, per essere più attenti al presente”
Vi avevamo anche parlato della scuola di Biella che ha avuto l’idea di far appendere i cellulari in classe come cappotti e della mozione che vieta gli smartphone da tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado nella Val d’Aosta.
Insomma, è un’onda continua e costante con un unico obiettivo: consentire ai ragazzi di ragionare effettivamente sull’utilizzo di questi dispositivi e fare in modo che contestualizzino ogni loro gesto ed esigenza.