Perché l’Italia si sta entusiasmando per le 12 settimane di congedo parentale di Barilla (e non dovrebbe)

Barilla ha deciso di introdurre un congedo retribuito al 100% della durata di dodici settimane per ciascun genitore, con l’obiettivo di ridurre il gender gap sul posto di lavoro. Ma è davvero una mossa "rivoluzionaria" o è semplicemente un'amara constatazione dell'arretratezza del nostro Paese in cui decisioni del genere arrivano persino a far scalpore?

Barilla fa passi in avanti per la parità di diritti tra genitori. La società ha infatti annunciato l’introduzione di una nuova politica aziendale in materia di congedo di maternità e paternità che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024.

Sarà previsto un congedo retribuito al 100% della durata di dodici settimane per ciascun genitore, con l’obiettivo di valorizzare la genitorialità tra i suoi oltre 8700 dipendenti. La politica sarà applicata uniformemente a livello globale e non farà distinzione di genere, stato maritale, orientamento sessuale e se il neonato è adottivo o meno.

Ridurre il gender gap nel mondo del lavoro

Floriana Notarangelo, Chief Diversity & Inclusion Officer del gruppo Barilla, ha dichiarato a tal proposito, spiegando il perché di questa scelta:

Siamo orgogliosi di annunciare questa nuova politica aziendale che vuole valorizzare la genitorialità e ridurre uno dei fattori principali del gender gap nel lavoro, in linea con il nostro percorso nella Diversity, Equity & Inclusion.

Le ha fatto eco Maurizio Cannavacciuolo, Total Rewards & Organization VP di Barilla, sostenendo come l’azienda voglia:

garantire ai nostri dipendenti il tempo necessario per stare al fianco dei propri figli, ma anche un benessere tale da permettere un ritorno al lavoro sereno.

Non mancano le critiche

A qualche utente non è sfuggito che, nel caso in cui le normative locali siano più favorevoli, verranno applicate le disposizioni del paese specifico. Questo significa che in Italia il congedo di maternità sarà mantenuto secondo le attuali normative legislative (mentre il congedo di paternità sarà esteso da 10 giorni a 12 settimane).

Seppur questa sia un’ottima politica di welfare all’avanguardia almeno in Italia, non sono mancate alcune critiche, specialmente da parte di chi ritiene che si potrebbe fare molto di più su questo fronte.

C’è chi si è chiesto, ad esempio, se tale provvedimento sarà garantito solamente ai lavoratori interni oppure verrà esteso anche a tutta la catena di lavoratori in appalto.

Altri hanno voluto puntare il dito sul fatto che si tratti una misura in un certo senso “dovuta” per cercare,  di attenuare il divario che c’è in Italia riguardo al concedo di maternità e paternità rispetto agli altri Paesi.

La nostra Nazione, infatti, è distante anni luce da altre che offrono anche molti mesi di congedo, mentre noi ci fermiamo solo a 12 settimane per le mamme e 10 giorni per i papà.

Non solo Barilla…

Moltissimi, a onor del vero, anche i commenti con attestati di riconoscimento all’iniziativa di Barilla, che non è stata l’unica a rispondere alle esigenze genitoriali dei dipendenti. Alcune multinazionali, già nel “lontano” 2015 avevano adottato misure simili, se non anche più estese.

Mark Zuckerberg, ad esempio, dopo la nascita del primo figlio aveva già esteso a quattro mesi il congedo parentale retribuito per tutti i nuovi genitori, a prescindere dal sesso o dalla località di residenza.

Anche Spotify, il colosso svedese della musica sul web, aveva offerto ai dipendenti appena diventati genitori sei mesi di congedo parentale retribuito, più un mese di lavoro flessibile.

Un luminare sotto questo punto di vista è sempre stato il miliardario Richard Branson, che alla sua Virgin aveva introdotto concetti quali le ferie illimitate e il congedo parentale di un anno.

Una piccola lista di buoni welfare aziendali che da decenni ormai ci dimostrano come proprio in Italia il tema della conciliazione dei tempi di vita e lavoro dovrebbe essere al centro dei pensieri del governo, ma invece non lo è.

Eppure gli anni passano e ci continuiamo a entusiasmare per forza di cose per il congedo Barilla, senza renderci conto che dovremmo invece indignarci per il fatto che nella maggioranza delle aziende tutto ciò, nel 2023, rimane utopia. Così come per lo Stato italiano.

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