Sei sicuro che la tua banca non stia finanziando l’industria bellica con i tuoi risparmi?

Grazie ai nostri risparmi, gli istituti di credito possono operare transizioni economiche con cui finanziare l'industria bellica e la compravendita di armi - spesso a nostra insaputa

Perché scegliamo di affidare i nostri risparmi o quelli dei nostri figli ad una banca piuttosto che ad un’altra? Certamente costi di gestione, canone di interesse, vicinanza della filiale a casa, fiducia storica accordata all’istituto di credito da altri membri della nostra famiglia giocano un ruolo molto importante, ma dovrebbe esserci un importante quesito alla base della nostra scelta: cosa farà la banca con i nostri soldi?

Anche la scelta dell’istituto bancario, infatti, è una scelta da ponderare bene, perché grazie ad essa possiamo fare una bella differenza nella società: molti magari non lo sanno, ma con i nostri risparmi le banche finanziano i progetti più disparati – dalla produzione di energia da fonti fossili fino alla produzione di armi. Sono le cosiddette “banche armate” che alimentano solo morte e distruzione: in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo ai confini dell’Europa, la nostra attenzione al tema è più che mai vitale.

Sappiamo che il commercio delle armi è reso possibile da transazioni di denaro che molti istituti di credito autorizzano e contemplano all’interno del loro business commerciale: in pratica, gli affari sono affari, anche se fatti sulla pelle di civili innocenti. Chi sceglie di aprire il proprio conto con una “banca armata” però, diventa inconsciamente complice della filiera delle armi.

Per aiutare i clienti ad “aprire gli occhi” e a fare una scelta consapevole all’insegna della pace fra i popoli, ogni anno il nostro governo pubblica una tabella in cui sono menzionati tutti gli istituti bancari che hanno autorizzato transazioni legate alla compravendita di armi – con tanto di importi. In questo modo, noi cittadini avremo tutti i dati necessari per scegliere a chi affidare i nostri soldi. 

 

(Leggi anche: Le lobby delle armi pressano l’UE per classificare gli investimenti militari come “socialmente sostenibili”)

Oltre alla tabella consultabile stilata dal governo, esiste poi un apposito portale che da decenni promuove scelte alternative e informazione trasparente sul tema dell’economia bellica: è la Rete Italiana Pace e Disarmo. Oltre all’attività di promozione di progetti eticamente sostenibili, Rete Disarmo ha come obiettivo quello di “smascherare” gli istituti di credito i cui progetti minacciano l’ambiente o i diritti umani.

Insomma, scegliere a chi dare la nostra fiducia e il nostro denaro ha un impatto potente: i nostri soldi finanziano direttamente progetti e imprese anche molto dannose, senza che noi ce ne rendiamo conto. Al contrario, togliere credibilità agli istituti di credito che operano nel settore della guerra, e indurre magari parenti e amici a fare altrettanto, è un gesto coraggioso e impegnativo, ma che ci permetterà di dare il nostro concreto contributo alla costruzione della pace.

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Fonti: Banche Armate / Rete Italiana Pace e Disarmo

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