Durante il festival di Pongala, i bambini vengono infilzati con uncini e costretti a sette giorni di dura penitenza per omaggiare la dea
Vengono infilzati con degli uncini di ferro dopo sette giorni di penitenze, solo così secondo un rito indù, la dea Attukalamma conferisce loro bellezza, salute, ricchezza e felicità. I protagonisti però sono dei bambini tra i 5 e 12 anni che ogni anno durante il festival di Pongala nel tempio Atthagal Bhagavathy a Thiruvananthapuram in Kerala, subiscono il rituale Kuthiyottam.
In questi giorni e fino al 10 marzo è in corso il festival di Pongala: dieci giorni dedicati alla dea Bhadrakali (Kannaki), che è chiamata “Attukalamma”. È il cosiddetto festival delle donne perché in centinaia in abiti tradizionali camminano per strada attorno al tempio per fare offerte alla dea. Cucinano il pongala, un mix di riso con jaggery (una sorta di zucchero grezzo) e cocco grattugiato che viene cotto per circa due ore in vasi di terracotta. Il capo sacerdote del tempio porta la spada di Devi e benedice le donne con acqua santa e la città è illuminata a festa. Oltre tre milioni di donne partecipano ogni anno all’Attukal Pongala Festival che ha raggiunto il Guinness dei primati per essere il più grande raduno femminile per attività religiosa.
Ma dietro questi festeggiamenti tradizionali si nasconde un lato oscuro che riguarda proprio i bambini dai 5 ai 12 anni e per cui è intervenuta perfino la Commissione statale del Kerala per la protezione dei diritti dei minori.
Per sette giorni, quasi mille bambini devono vivere in penitenza perché simbolicamente rappresentano i soldati feriti della dea. Rimangono nel tempio, devono dormire a terra, hanno numerose restrizioni alimentari e devono fare tre volte al giorno il bagno per purificarsi. Ancora, devono prostrarsi alla dea 1008 volte. Passata la penitenza inizia il vero e proprio rito Kuthiyottam in cui i bambini vengono infilzati al fianco sinistro con un piccolo uncino che poi viene annodato con un filo per simboleggiare lo stretto legame con la dea. Dopo qualche ora i ganci vengono estratti e viene applicata della cenere sulle ferite.Un rituale, secondo la tradizione indù necessario per conferire bellezza, salute, ricchezza e felicità.
Nel 2018, il direttore generale della polizia (carceri) del Kerala Sreelekha Radhamma, aveva definito la pratica come un abuso fisico e mentale sui minori e chiedeva di fermare questo crimine in nome della fede. Tuttavia, nessuna posizione è stata presa da parte delle autorità che continuano a sostenere la necessità di rispettare la tradizione.
Le bambine indossano una corona, portano una lampada accesa e sono vestite a festa,mentre i bambini sono costretti alla tortura.
“I genitori cospirano con le autorità del tempio per sottoporre i loro figli a rigorosi abusi mentali e fisici. Bambini dai 5 ai 12 anni indossano solo un lenzuolo, si immergono nell’acqua fredda, mangiano bocconcini miseri, recitano mantra e non possono vedere i loro genitori”, scrive nel suo blog Sreelekha Radhamma.
Poi l’ultimo giorno, vestiti gialli, ghirlande, gioielli e trucchi sul viso incluso il rossetto, pronti alla tortura.
“Un uncino di ferro, per quanto piccolo, viene trafitto nella pelle del fianco. Gridano. Il sangue esce. Un filo viene simbolicamente annodato attraverso i ganci per simboleggiare il loro legame con la divinità. Quindi i ganci vengono estratti e la cenere viene applicata grossolanamente sulle ferite! Tutto questo per la divinità del tempio! I genitori possono sentirsi sollevati dal fatto che i loro figli cresceranno per diventare bambini disciplinati e fare bene nei loro studi. Anche i bambini sentiranno lo stesso? E come si sentirà il nostro caro Attukal Amma?”, chiosa la donna.
Fonti: Kerala Tourism/The Hindu/ Sreelekhaips Blog
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