Una 13enne è stata uccisa in Messico nella sua casa. Il coronavirus non ferma le violenze tra le mura domestiche, anzi, sembra favorirle
Neanche l’emergenza coronavirus dà respiro alla violenza contro le donne in Messico, così come in tutti gli altri paesi del mondo. Anzi. La quarantena sta diventando un mostro che fa ancora più paura del virus stesso. L’ultima vittima si chiama Ana Paola e aveva solo 13 anni. Una bambina che ha trovato la morte tra le mura domestiche.
La sua storia, la sua triste fine, sta indignando il Messico che chiede giustizia. Ana Paola è stata uccisa venerdì nella sua casa nella città di Nogales mentre seguiva la raccomandazione del governo di non uscire per evitare il contagio da coronavirus. Nel pomeriggio del 3 aprile, la piccola era da sola. Secondo quanto riferito dalla famiglia, la mamma era uscita per alcuni minuti per fare acquisti al supermercato e rifornire la dispensa.
L’ufficio del procuratore generale di Sonora ha spiegato che il padre di Ana Paola si era messo in contatto con la madre – da cui aveva divorziato – dicendole che non era riuscito a rintracciare la figlia. Dopo aver ricevuto la chiamata, la donna è immediatamente tornata a casa, dove erano già arrivati gli agenti di polizia. Ana Paola è stata trovata morta in una delle camere da letto della casa.
“con segni di violenza sul viso, apparentemente a causa di percosse”.
Al suo assassino sono bastati pochi minuti, giusto il tempo in cui la madre era via, per picchiarla e ucciderla.
“Sono entrati per rapinare la casa di mio cugino a Nogales. Hanno violentato e ucciso mia nipote di 13 anni. Qualsiasi riflessione sulla solidarietà, la cittadinanza e l’economia è superflua. Oggi il Messico, il governo e il mondo non contano su di me”, ha scritto su Twitter una parente della ragazza.
https://twitter.com/MexicoLibre1071/status/1246636287676866560
Il corpo è stato trasferito nelle strutture di medicina legale per stabilire la causa della morte, mentre la Procura generale ha assicurato che ha già avviato le indagini sul caso che sarà trattato come femminicidio.
⭕️ La #FGJE de #Sonora investiga cómo #Feminicidio la muerte de una menor de 13 años de edad, en #Nogales. 📃 Boletín…
Posted by FGJE Sonora on Friday, April 3, 2020
Un trágico suceso sacudió a la frontera cuando se reportó el asesinato violento de una menor de 13 años de edad dentro de su residencia.
Hoy se colocaron mantas en un reclamo de justicia. Hecho suscitado en Nogales, Sonora. pic.twitter.com/XHB4aix3vX— J. Hiram González (@HiramGonzalez29) April 5, 2020
Non appena è trapelata la notizia dell’uccisione della piccola Ana Paola, i social sono stati riempiti di messaggi di condanna, di indignazione e di solidarietà alla famiglia. A prevalere è soprattutto l’incredulità sul fatto che un caso così brutale si sia verificato persino nel bel mezzo dell’emergenza Covid-19 e nella stessa casa del minore.
https://twitter.com/sororamx/status/1246722758383370242
L’hashtag #JusticiaParaAnaPaola è stato uno dei più utilizzati durante il fine settimana in Messico, un paese in cui vengono uccise ogni giorno in media 10 donne.
Le organizzazioni sociali sono sul piede di guerra. Già dall’inizio della pandemia infatti avevano avvisato le autorità messicane dei rischi che questa crisi e il confinamento potrebbero comportare per donne e ragazze.
Ir al super y volver para encontrarte a tu hija de 13 años muerta con signos de abuso sexual y violencia #justiciaparaanapaola. Esto paso en Nogales Son. evidentemente el machismo no esta en cuarentena.
— Fátima (@fatimarbls) April 5, 2020
Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha assicurato che il suo governo continuerà a occuparsi e ad agire contro i femminicidi come
“una preoccupazione permanente, quotidiana, seria”, anche durante l’emergenza.
Anche l’Onu ha condannato il gesto e su Twitter ha scritto:
“Condanniamo il femminicidio di Ana Paola. Emergenze umanitarie, catastrofi e pandemie globali mettono le donne e le ragazze a maggior rischio di violenza”.
Condenamos el feminicidio de Ana Paola. Las emergencias humanitarias, los desastres y las pandemias mundiales ponen a las mujeres y las niñas en mayor riesgo de violencia#JusticiaParaAnaPaola #NiUnaMenos
👇https://t.co/XUShY2hW3q pic.twitter.com/nXWa16KY9L
— ONU Mujeres México (@ONUMujeresMX) April 5, 2020
Intanto un’altra vita innocente si è spenta.
Fonti di riferimento: BBC, Twitter
LEGGI anche:
- La quarantena aumenta il rischio di violenza sui bambini: l’appello dell’ENOC per tutelare i diritti dell’infanzia
- ‘Mascherina-19′ la parola in codice per denunciare la violenza sulle donne durante la quarantena
- Per tante donne #stareacasa non è sicuro. Il Coronavirus non ferma le violenze domestiche (anzi)