La danza Sufi è la danza dell’amore e della tolleranza, un'esperienza interiore, una forma di liberazione e di totale abbandono. Ma è anche un modo per ricercare pace e gioia. E allora fatevi trascinare dalle emozioni del piccolo grande Anas
Può volteggiare dozzine di volte al minuto senza spostarsi di un centimetro da un punto. La famiglia Al-Kharrat è una delle più rinomate famiglie di ballerini Sufi a Damasco, vanta 20 ballerini dervisci che spesso, si esibiscono durante il mese sacro islamico del Ramadan. Anas ha solo quattro anni ed è già uno dei più giovani interpreti di Sufi vorticoso nel paese.
Quando danza riesce a trasmettere un senso di pace e di spiritualità e nonostante la sua giovane età, Anas Al-Kharrat è già un promettente ballerino di Sufi che più che una danza in sè, è una vera e propria disciplina mistica praticata a partire dal IX a Baghdad.
Si narra che la danza Sufi si debba a Rumi, maestro e poeta persiano del 13esimo secolo che colto da estasi iniziò a ruotare su se stesso. Dopo la sua morte, i suoi seguaci fondarono l’ordine Mevlevi, noto anche come i Dervisci Rotanti della Turchia.
Non a caso, infatti, la danza Sufi è conosciuta come danza dei Dervisci eil termine deriva dal persiano darwish che significa sulla ‘soglia della porta’, per indicare simbolicamente il Sufi che si trova sulla soglia che divide il mondo terrestre da quello celeste.
La rotazione rappresenta il movimento cosmico, i pianeti e la Terra attorno al Sole. L’uomo cerca il suo centro e stabilisce una connessione con l’universo in totale libertà anche grazie al suono che è come un respiro.
C’è un fascino mistico nelle cerimonie Sufi che avvengono proprio nel tekke, ovvero la Casa dei suoni celesti. Un’arte che viene praticata indistintamente sia dagli uomini che dalle donne e a volte si inizia da piccolissimi, come nel caso di Anas che balla già dall’età di tre anni.
Durante il rito, il cantante intona la litania, mentre i semazen, i partecipanti guidati dallo seyk, il maestro spirituale, in cerchio ascoltano, si salutano e lasciano cadere i loro mantelli neri.
Poi iniziano la loro danza vorticosa trasformando i loro corpi come un punto di passaggio tra la sfera divina e quella terrena. Essere Sufi, infatti, è un’esperienza interiore, una forma di liberazione e di totale abbandono, ma è anche un modo per ricercare pace, gioia e amore.
E allora fatevi trascinare dalle emozioni del piccolo grande Anas!
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