In questi giorni si conclude una nobile iniziativa che ha messo in contatto giovani richiedenti asilo e anziani bisognosi di aiuto
In questi giorni si conclude una nobile iniziativa che ha messo in contatto giovani richiedenti asilo e anziani bisognosi di aiuto e compagnia
Il progetto “Badante Agricolo di Comunità” è nato con il duplice obiettivo di trovare un ruolo attivo in società ai giovani migranti richiedenti asilo e di aiutare le persone più anziane: un’occasione di socialità e di inclusione, che ha permesso a due realtà tanto diverse per nazionalità, estrazione sociale ed età – i giovani immigrati nel nostro territorio e gli anziani residenti – di incontrarsi, di conoscersi e di imparare a comprendersi, superando difficoltà e pregiudizi. Il progetto è stato finanziato grazie ai contributi del Global Found for Community Foundations e alla collaborazione delle associazioni Ecoredia e Se.Mi.
Il progetto ha preso avvio lo scorso maggio e si è sviluppato in due fasi: nella prima un gruppo di 16 migranti ha partecipato ad un corso di formazione relativo alla manutenzione dell’orto e del giardino (la formazione si è svolta presso l’Orto della Palude di Ivrea e l’Orto-giardino sociale di Castellamonte); nella seconda fase, invece, le associazioni organizzatrici hanno raccolto le richieste di adesione al progetto fatte dagli anziani e dalle loro famiglie. Successivamente, si è combinato un incontro fra gli anziani e i ragazzi, che hanno così iniziato il loro lavoro di “badanti agricoli”: insieme agli anziani si sono dedicati alla cura dell’orto, scambiandosi saperi e conoscenze, mescolando le reciproche culture e migliorandosi a vicenda.
L’orto diventa così un luogo di incontro, di comunità, di scambio fra la popolazione residente e i “nuovi” cittadini, che molto spesso sono sfuggiti a povertà e conflitti. Una iniziativa virtuosa che rappresenta la riqualificazione delle aree verdi urbane con particolare attenzione ai valori dell’inclusione sociale e dell’inserimento dei migranti nel mondo del lavoro. Infatti, se nei primi mesi i badanti sono stati retribuiti dalle associazioni promotrici dell’iniziativa, alla conclusione del progetto le famiglie degli anziani sono state invitate ad “adottare” il badante agricolo, attivando per lui un libretto famiglia e dandogli una possibilità lavorativa concreta.
Il manifesto dell’iniziativa (@ Ecoredia)
Certamente il risultato che per primo balza agli occhi è stato quello di aver creato un’opportunità occupazionale regolare per i migranti. Ma c’è un risultato ancor più nobile che è stato raggiunto con questo progetto: aver favorito la conoscenza fra culture e generazioni diverse, aver reso possibile un aiuto reciproco fra due realtà – quella dei migranti e quella degli anziani che troppo spesso soffrono di solitudine – che altrimenti non sarebbero venute in contatto. Speriamo che questa iniziativa venga presto ripetuta e che si espanda anche ad altri orti urbani!
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Fonte: Ecoredia
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