Rubano portafogli, smartphone e scarpe. I recenti casi di cronaca, in particolare quello di Brescia, in cui si arriva addirittura a bruciare un locale dopo la denuncia del gestore alla trasmissione Le Iene, riaccendono i riflettori sul fenomeno delle baby gang. Gruppi di ragazzini pronti alla rissa e alla sopraffazione, autori di reati spesso taciuti e praticamente mai sanzionati, che però i ragazzi più giovani conoscono molto bene
Tute costose, scarpe “droppate”, costosi marchi sparsi sul corpo da mostrare al mondo. Questa è l’uniforme dei soldati dei minieserciti di periferia, gli appartenenti delle famigerate Baby Gang, a cui la musica trap e drill dà voce e la cui diffusione, anche in province relativamente piccole, sta aumentando rapidamente.
Sono ragazzi al massimo poco più che diciottenni. La maggior parte è minorenne e molti sono gli adepti che hanno addirittura meno di 14 anni. Sono gruppi che si formano sotto i palazzi di periferia, nei blocchi, e la cui origine culturale è mista, spesso con predominanza di culture nord-africane.
Poca, pochissima scuola. Poca, pochissima famiglia. Pochi valori rivoluzionari, piuttosto vogliono fare shopping costoso, firmato.
E indovinate da dove prendono i soldi? Alcuni, spesso quelli considerati i capi delle singole Gang, hanno già alle spalle una qualche forma di reclusione e i servizi sociali sono impotenti. Ci sono quelli che fanno piccoli furti, ma che vanno in ogni caso ad allungare la lista dei reati purtroppo non denunciati: cellulari, scarpe, giacche di marca i loro principali obiettivi.
Li indossano o li rivendono facilmente e a buon prezzo. E ci sono quelli che per essere “più degli altri” si danno da fare con furti più complessi. Tutti comunque pronti alla rissa e alla sopraffazione, spesso taciute, praticamente mai sanzionate.
I loro idoli sono qualche calciatore, ma soprattutto i trapper e i rapper, con più o meno successo, quasi ogni “blocco” (ha un significato di area/quartiere) ne ha uno di riferimento. Ricordando un po’ le brutte beghe tra West Coast ed East Coast degli anni 90 negli USA e per altri motivi quello delle banlieu parigine. Alcuni tra questi le cose peggiori le hanno compiute direttamente e poi raccontate in una musica semplice, con testi approssimativi. Salvo prenderne le distanze quando hanno fatto i soldi.
L’obiettivo è il predominio sulle altre gang vicine attraverso battaglie fatte di furti, risse e ascesa dei cantanti di riferimento. Pochissimi ratti di Sabine in questo decennio.
Il fenomeno sta però prendendo una piega inquietante e il mondo purtroppo si gira dall’altra parte e i baby criminali aumentano e aumenta in loro una specie di consapevolezza che resteranno impuniti. Sarà arrivato il momento di fermarli? Per ora il fenomeno resta ingombrante e in preoccupante crescita.
I primi a farne le spese sono proprio i giovanissimi, che raccontano di non sentirsi più al sicuro quando devono uscire. Accerchiano il pesce piccolo, se lo mangiano e ne lasciano lì i suoi resti. Il problema esiste e dobbiamo affrontarlo in modo strutturale. Altrimenti rischiamo che dilaghi ancora di più.