Ayahuasca: vietata dal Tar la bevanda allucinogena degli sciamani, è considerata una droga

Il Consiglio di Stato si è espresso sulla questione dell’ayahuasca respingendo il ricorso presentato da due chiese: è da considerarsi come droga e per questo è illegale

L’ayahuasca, conosciuta come la “liana degli spiriti”, originaria dell’Amazzonia, è diventata oggetto di controversie nel nostro Paese. La storia di questa bevanda affonda le origini nei millenari riti sciamanici dell’Amazzonica.

I suoi adepti la assumono, in quantità minime e in forme controllate, come bevanda sacramentale nelle cerimonie religiose del Santo Daime. Tuttavia, nel 2022, l’Istituto Superiore di Sanità ha inserito l’ayahuasca tra le sostanze stupefacenti, dando il via ad una causa legale.

L’ayahuasca, estratta dalla bollitura di liane e foglie, contiene dimetiltriptamina (DMT) e altri alcaloidi psicoattivi. Sebbene i credenti del Santo Daime la considerino una manifestazione divina, le autorità sanitarie la vedono come una sostanza allucinogena con possibili rischi per la salute e l’ordine pubblico.

La battaglia legale è stata iniziata da due associazioni religiose, la Chiesa italiana del culto eclettico della fluente luce universale e il Centro Espírita Beneficente União do Vegetal in Italia, che hanno cercato di respingere la decisione di classificare l’ayahuasca come droga. In questo modo, infatti, si è reso impossibile il sacramento equivalente alla comunione per il cristianesimo.

Si sarebbe potuta richiedere un’eccezione per l’uso controllato del Santo Daime

Tuttavia il Consiglio di Stato ha recentemente ratificato questa decisione, respingendo i ricorsi. I sostenitori dell’ayahuasca avevano citato oltre 50.000 assunzioni in 32 anni senza casi di problemi di salute o ordine pubblico. Avevano anche evidenziato studi multidisciplinari che dimostrano il suo uso controllato in contesti religiosi.

Che questo decotto abbia un potente potere allucinogeno è fuori discussione, ma si tratta anche di una bevanda al centro di cerimonie religiose e dunque legata a questo mondo mistico e misterico. Nonostante ciò, le autorità hanno sottolineato la natura allucinogena della sostanza e la necessità di bilanciare la libertà religiosa con la tutela dell’ordine pubblico e della salute.

Il Consiglio di Stato ha stabilito che l’inserimento nella tabella delle sostanze vietate è perfettamente legittimo e sostenuto dalla letteratura scientifica e dai pareri delle autorità sanitarie. Ciò però non significa che d’ora in poi il rituale in Italia sarà impossibile.

La sentenza ha infatti indicato che i ricorrenti avrebbero potuto richiedere un’eccezione per l’uso controllato del Santo Daime anziché concentrarsi in toto sull’inserimento dell’ayahuasca tra gli stupefacenti sul decreto ministeriale. La controversia, dunque, resta aperta.

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