Anonymous riproduce musica ucraina al posto delle comunicazioni militari russe

Le guerre non sono più (solo) quelle che ricordano i nostri nonni o i nostri genitori, che le hanno vissute sulla propria pelle negli anni più bui del secolo scorso: ora non si combatte solo in trincea, imbracciando fucili o lanciando bombe; non è più solo una questione di invasione di territori fisici e di conquista di città e roccaforti. Adesso si bloccano transazioni economiche, si lanciano cyber-attacchi, si bloccano satelliti e si invadono campi virtuali: è la guerra nell’era digitale.

In questa guerra fra Ucraina e Russia ha preso parte anche una voce tradizionalmente di dissenso, che non può essere attribuita ad una persona o ad un Paese specifico: è l’organizzazione di hackers Anonymous, che si nasconde dietro una maschera e sotto un cappuccio scuro. Nei giorni scorsi il collettivo Anonymous è stato in grado di violare a più riprese ed in più punti il sistema telematico russo per parlare alla nazione e al suo presidente, con un messaggio molto chiaro: basta alla guerra in Ucraina.

Sono stati bloccati i siti delle principali testate nazionali del Paese e attaccati i portali del governo russo per diverse occasioni negli scorsi giorni, ma ciò che ha maggiormente inquietato è stato l’attacco alle emittenti televisive e radiofoniche nazionali: infiltrandosi nella programmazione televisiva, Anonymous ha interrotto le trasmissioni diffondendo in diretta un proprio messaggio in cui si intimava di porre fine alle ostilità. Il collettivo ha agito anche in Ucraina: lì sono state bloccate le comunicazioni militari fra basi russe e sostituite con canzoni popolari del Paese sotto assedio.

Ma chi si cela dietro la maschera di Anonymous? Nessuno lo sa: c’è chi ipotizza che si tratti di un’organizzazione terroristica, chi di un uomo solo; c’è chi pensa addirittura ad un governo nazionale, schierato apertamente dalla parte dell’Ucraina e contro lo strapotere di Putin. In ogni caso, l’attacco di Anonymous è la prova lampante di quanto siano diversificati i piani di attacco in questa guerra, e di quanto sia ormai impossibile tenere fuori i social o la tecnologia da ogni tipo di conflitto.

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Fonte: The Indipendent

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