Da bracciante agricolo ad astronauta della Nasa. La storia di José Hernández diventerà un film Netflix

José Moreno Hernández era un contadino messicano ma arrivato negli Usa è riuscito a realizzare il sogno di diventare astronauta della NASA

Dopo avervi raccontato la storia di Diana Trujillo, l’ingegnere della NASA che ha guidato lo sbarco di Perseverance su Marte, oggi vi parliamo invece di un astronauta, immigrato negli Stati Uniti e che, proprio come Diana, ha saputo costruire il suo brillante futuro partendo da zero.

Quando è arrivato negli Stati Uniti, José Moreno Hernández era un semplice figlio di una famiglia di braccianti agricoli messicani e, fino a 12 anni, non sapeva neppure parlare inglese. Era però molto bravo in matematica e scienze e aveva una grande ambizione: quella di diventare astronauta.

Quanti bambini hanno lo stesso sogno? Nella maggior parte dei casi rimane tale, probabilmente perché non è così forte e duraturo. Ma non è stato il caso di José Hernández che, dopo essersi laureato in ingegneria, ha tentato per ben 11 volte di entrare alla NASA prima di essere accettato nel programma degli astronauti.

Una tenacia che però è stata ripagata dato che nel 2009 ha trascorso 14 giorni nello spazio  come ingegnere di volo, a bordo dello Space Shuttle Mission STS-128. José  Hernández è diventato così il primo astronauta messicano ma anche il primo che è passato dal lavorare i campi all’essere lanciato nello spazio!

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“Il duro lavoro e la perseveranza e il non aver paura di sognare in grande sono gli ingredienti del successo” ha dichiarato Hernández.

Ora Netflix ha in programma di far diventare la sua storia un vero e proprio film.  Alejandra Márquez Abella sarà la registra che si occuperà di trasporre a livello cinematografico l’autobiografia di Jose intitolata “A Million Miles Away“, come riportato dall’Hollywood Reporter.

Quando in un’intervista è stato chiesto a José che tipo di film pensava che sarebbe stato, ha osservato:

“Avrà spazio, di sicuro. Ma è più un film sul non arrendersi, sul credere in se stessi. Affronterà problemi seri, come la sindrome dell’impostore e l’insicurezza che ne deriva. Ma sarà una storia piacevole in cui lo spettatore potrà provare empatia per il personaggio e tiferà per lui. Ci sarà un po’ di NASA lì dentro, ma sarà verso la fine del film. L’attenzione si concentrerà su come il personaggio è arrivato lì.”

Proprio come la storia di Diana Trujillo, anche quella di José Moreno Hernández ci insegna che nulla è impossibile e che ogni sogno, anche il più ambizioso, si può realizzare con impegno e tenacia.

Fonti: ABC / Hollywood Reporter / Latin Post 

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