Le tribù indigene che abitano nella foreste pluviale amazzonica hanno bisogno di aiuto perché non sono in grado di affrontare la pandemia da Covid-19.
Le tribù indigene che abitano nella foreste pluviale amazzonica hanno bisogno di aiuto perché non sono in grado di affrontare la pandemia da Covid-19. Un appello accorato quello di Raoni Metuktire capo indigeno payako e simbolo della lotta contro la deforestazione, che chiede aiuto alla comunità internazionale per raccogliere dei fondi per sostenere i popoli indigeni. E in meno di 24 ore sono stati raccolti 10mila euro.
“Abbiamo bisogno del vostro aiuto e mi rivolgo a voi per sostenere la mia comunità. Senza il vostro aiuto, le popolazioni indigene dell’Amazzonia non saranno in grado di affrontare questa terribile pandemia”, diceva nel video pubblicato dall’ong francese Planète Amazon Metuktire, che è candidato al Nobel per la pace 2020.
“Come leader, responsabile del mio popolo Mebengokrê, ho chiesto a tutti i nativi di evitare di andare in città e di rimanere nei loro villaggi per proteggersi. Mi hanno ascoltato, ma ora abbiamo bisogno di aiuto per tenerli al sicuro. Per questo motivo, autorizzo Gert-Peter Bruch, nell’ambito dell’associazione Planète Amazone, a realizzare una campagna con l’obiettivo di raccogliere 10mila euro per l’acquisto di attrezzature da pesca, carburante e alcuni prodotti di base per il nostro sostentamento”, spiegava ancora.
Ecco l’appello di Raoni Metuktire
Come si legge sul sito della ong, il denaro è stato raccolto in pochissimo tempo, segno che c’è ancora chi ha a cuore la sorte di queste tribù, guardiani indiscussi dell’Amazzonia. I popoli indigeni non possono rischiare il contagio, non avrebbero né sistema immunitario, né mezzi adeguati per potersi curare.
“Il mondo intero soffre oggi a causa di questa terribile malattia.Per favore, aiutateci a evitare un genocidio nei nostri villaggi”, spiegava ancora il leader indigeno che ciclicamente denuncia abusi e violenze nei confronti delle comunità sempre più minacciate dalla deforestazione e dalle lobby minerarie.
Come abbiamo già raccontato la deforestazione dell’Amazzonia brasiliana procede a un ritmo sfrenato. Secondo il sito di notizie ambientali Mongabay, la distruzione delle foreste è aumentata di oltre il 50% nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, quando gli incendi hanno attirato l’attenzione globale sulle politiche ambientali distruttive del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro. Più volte le tribù indigene brasiliane hanno espresso il timore che le incursioni illegali nelle terre tribali protette si siano intensificate anche durante la pandemia globale, mentre minatori, taglialegna e interessi agricoli incoraggiati dalle promesse di Bolsonaro di aprire la foresta continuano a invadere la foresta senza pensare minimamente che potrebbero portare con sé il virus e creare uno sterminio.
Preoccupazioni racchiuse nella lettera letta da Raoni e datata 16 aprile 2020 in cui si chiedevano beni di prima necessità, ma anche mezzi per il sostentamento. L’appello del leader è parte della campagna ‘Covid 19: proteggere i Guardiani dell’Amazzonia’, lanciata proprio dalla ong francese.
“Lo scopo è raccogliere fondi e altri aiuti per garantire alle tribù l’autoisolamento deciso come nel resto del mondo. Ma restare confinati nella foresta significa non avere la possibilità di rifornirsi di cibo che si trova nelle città, di muoversi lungo i fiumi perché ci vuole il carburante, di raccogliere medicine, materiale protettivo, e anche solo di pescare, perché ci vogliono reti, frecce, archi, lance”, scrive la ong, mentre annuncia che la raccolta fondi continua e il nuovo obiettivo è 30mila euro che saranno interamente destinati ai popoli amazzonici, visto che non si sa ancora quando potranno tornare a condurre una vita normale. In Brasile vivono 800 mila indigeni, 3 sono morti per il coronavirus e altri 30 sono rimasti contagiati e ciò purtroppo è avvenuto anche grazie alle politiche di Bolsonaro che ha aperto le terre ancestrali allo sfruttamento minerario.
Minacciati nei tempi ordinari dallo sfruttamento dell’Amazzonia, le popolazioni indigene che vivono qui affrontano la crisi di Covid-19 in quasi totale miseria, mentre il coronavirus può potenzialmente portare alla loro improvvisa scomparsa.
“Le autorità dei paesi amazzonici che non considerano una priorità la protezione dei loro abitanti tradizionali, le popolazioni indigene sono quindi lasciate a se stesse, a volte senza informazioni, mentre le Nazioni Unite riconoscono il valore inestimabile delle loro culture e il ruolo dei Guardiani che detengono per tutta l’umanità”, scrive la ong francese, chiosando: “Questo abbandono è criminale”.
Chi volesse contribuire può farlo QUI
Fonte: Planete amazone / Mongabay
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