Luca Attanasio, in memoria del giovane ambasciatore che lottava per la pace e i bambini poveri del Congo

Sono già trascorsi tre anni dalla morte di Luca Attanasio, il giovane ambasciatore italiano e costruttore di pace ucciso in Congo. La sua fine brutale resta una ferita dolorosa per il nostro Paese 

Era il 22 febbraio del 2021 quando l’Italia fu scossa dalla notizia della morte del giovane ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, ucciso durante un attacco al convoglio in cui viaggiava vicino Goma. Insieme a lui a perdere la vita anche un carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci.

Un fatto gravissimo e una perdita che fa davvero male. Luca Attanasio era uno dei più giovani ambasciatori italiani al mondo ma, nonostante l’età (43 anni), si era già distinto per le sue spiccate qualità e la grande umanità che possedeva.

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Laureato alla Bocconi, già dal 2003 aveva intrapreso la carriera diplomatica con vari incarichi in diverse parti del mondo. Dal 31 ottobre 2019 era stato confermato Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario accreditato in RDC ma già negli anni precedenti il suo impegno diplomatico era stato molto grande in Congo e in altre zone dell’Africa.

Un uomo di pace e, proprio per il suo impegno e lavoro a favore della pace tra i popoli, l’anno scorso aveva ricevuto il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. Attanasio aveva preso parte ad importanti progetti umanitari, sosteneva le persone in difficoltà con altruismo, dedizione e spirito di sacrificio. Queste le motivazioni alla base del premio ricevuto.

In Congo portava avanti molte missioni umanitarie e proprio nella sua casa, in uno dei Paesi più problematici del mondo, l’aveva raggiunto Diego Bianchi mostrando a tutti, tramite un servizio andato in onda su Propaganda Live, la grande umanità di quest’uomo diplomatico, impegnato per il bene dei cittadini italiani in Congo ma anche per garantire pace e giustizia a tutti gli altri, indipendentemente dalla nazionalità.

Un’intervista che oggi suona come un ricordo, in memoria del giovane ambasciatore ormai scomparso.

“Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato non lo è in Congo dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani ma anche contribuire per il raggiungimento della pace” aveva dichiarato Luca Attanasio.

Luca Attanasio supportava anche attività a favore dei bambini e per questo l’Unicef l’aveva ricordato così in un tweet.

Oltre alle tante persone che, in ogni parte del mondo, hanno lavorato, collaborato con lui o semplicemente l’hanno conosciuto in uno dei suoi tanti impegni a favore della pace e degli ultimi, sono stati in tanti a ricordarlo.

Non dimentichiamo questi luoghi lontani dove la guerra e la guerriglia sono ancora una terribile realtà. E non dimentichiamoci di tutte le persone che, a vario titolo, dalle più alte cariche diplomatiche ai carabinieri e le forze dell’ordine ai tanti volontari,  operano per la pace e lavorano ogni giorno per aiutare le persone più svantaggiate, tra cui tanti bambini.

Attanasio ha lasciato la moglie Zakia Seddiki, anch’essa impegnata nel sociale, e 3 bambine piccole. La donna ha fondato ed è presidente dell’associazione umanitaria “Mama Sofia” che aiuta mamme e bambini nelle zone più difficili del Congo. Una famiglia completamente rivolta al bene, ormai distrutta.

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Fonte: Ambasciata d’Italia Kinshasa 

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