Anche l’Islam svolta e si ritrova al “verde”

Anche l'Islam si dà all'ecosostenibilità. Presto Medina sarà una città ecologica

Il mondo islamico annovera una cifra pari a circa 1.400.000 di seguaci e se dovesse scegliere – come sembrerebbe – di avere un approccio all’ambiente eco-sostenibile ci si potrebbe trovare di fronte ad una svolta in grado di portare beneficio alla terra nella sua totalità.

La proposta, nata lo scorso novembre durante un meeting nel Regno Unito tra gli esponenti delle 200 principali religioni del mondo, ha tutte le caratteristiche per essere molto interessante e vede basarsi su temi come: un pellegrinaggio alla Mecca eco-compatibile, un grande Piano dell’Islam contro il cambiamento climatico, un progetto per trasformare Medina in una città ecologica, e che avvii la costruzione di altre città islamiche sostenibili, che individui i parametri per edificare in tutto il mondo islamico moschee ecologiche.

Il rispetto per il pianeta è un segnale importante e condivisibile per tutto il mondo, ma se avviene e parte da una “parte di mondo” che per convinzione altrui o propria viene sempre posizionata ai margini, forse il segnale potrebbe essere ancora più forte.

In termini pratici il primo passo è stato riscontrato nelle parole del gran muftì d’Egitto Alì Goma: Da sempre l’Islam è stata buna religione cha ha avuto rispetto per la Terra su cui viviamo. E allora il primo segnale di rispetto deve arrivare dalla più nobile delle nostre azioni, il pellegrinaggio, lo haji che ogni musulmano almeno una volta nella vita deve compiere alla Mecca“. Partire da un elemento che accomuna tutti i fedeli musulmani del mondo – lo haji appunto – è certamente un qualcosa di forte e che, inoltre, ribadisce la volontà di portare a termine questa svolta green.

Per quanto riguarda la trasformazione della Medina in eco-city si prevede un piano settennale che farà diventare, la seconda città più importante dell’Islam dopo la Mecca, una città verde. Medina, per chi fosse carente in teologia, è “La città del Profeta”, è iniziare da qui ha un significato quanto mai strategico: quello di stimolo per lanciare una campagna ecologica, anche, nei territori limitrofi. Estrapolando un inciso dal piano stesso, si vedo come si voglia sensibilizzare soprattutto i fedeli a questo nuovo connubio tra ambiente e fede: Noi vogliamo mobilitare tutte le risorse dell’Umma islamica per contribuire agli sforzi mondiali sul cambiamento climatico, seguendo un piano dei Sette Anni che rispecchi i principi islamici“.

Inoltre, il progetto prevede la creazione di una Muslim Association for Climate Change Association (Macca, come Mecca) che sarà una ONG incaricata di essere il raccordo fra tutte le associazioni islamiche coinvolte per poterle metterle in contatto fra loro.

Nella città di Dar Al Iftaa, regno di Alì Goma appunto di uno dei maggiori promotori della causa, il piano di 7 anni è stato già introdotto e vedendo più dettagliatamente le iniziative sono potuti uscire degli interessanti punti riassuntivi:

  • Elaborare e attuare una “Green Hajj”, con 2-3 milioni di persone in visita alla Mecca, le quali trasformeranno l’esperienza in un pellegrinaggio eco-friendly da cui trarranno benefici immediati;
  • Costruire una moschea “verde” ed introdurre questo modello per gli altri edifici islamici di tutto il mondo;
  • Nella prima fase, sviluppare 2-3 modelli di città verde; nella seconda fase, adattare dieci altre città musulmane a tale modello;
  • Il concetto di eco-sensibilizzazione nell’istruzione islamica;
  • Pubblicazione del “Corano verde“, stampato su carta prodotta da legno sostenibile;
  • Creazione di un canale specializzato TV incentrato su Islam e ambiente;
  • Creazione di premi per l’eccellenza in questo settore.

Ora non resta che aspettare e vedere fra quanto arriveranno i fatti, speriamo presto. Nel frattempo: se Maometto non andrà alla montagna, vada pure al mare, ma lo faccia sempre nel pieno rispetto dell’ambiente!

Alessandro Ribaldi

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